Il viaggio dei malati, in Italia, va verso Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna. Lo conferma un’analisi dettagliata di Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, sulla mobilità sanitaria e sulle prestazioni di ricovero che di specialistica ambulatoriale, presentato il 5 dicembre scorso e relativo all’anno precedente.
L’analisi ha anche adottato una nuova metodologia di calcolo che tiene conto della “mobilità apparente”, costituita dai ricoveri effettuati nella regione di domicilio del paziente, quando quest’ultima non coincide con la regione di residenza. “Mobilità casuale”, relativa ai ricoveri effettuati in urgenza e “mobilità effettiva”, ovvero quando è determinata dalla scelta del cittadino/paziente.
Fuga da Campania, Calabria e Sicilia
I principali trend dimostrano che negli ultimi 6 anni (2017-2022) la mobilità interregionale è costante con poco meno di 3 miliardi di euro e un decremento significativo nel 2020, ma che inverte la tendenza nel 2021 e prosegue la crescita nel 2022 (2,7 mld). Le componenti di mobilità casuale ed apparente mostrano un andamento invariato negli anni così come la fuga per prestazioni di ricovero di alta complessità; mentre per la componente di media/bassa complessità si evidenzia una riduzione del 18%. Le principali regioni attrattive sono in ordine Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, mentre quelle di fuga sono Campania, Calabria e Sicilia. Nel 2022 la regione Emilia-Romagna e la regione Lombardia registrano valori equiparabili di saldo positivo (tra mobilità attiva e passiva) rispettivamente 337 milioni e 362 milioni. Da osservare il trend dell’Emilia-Romagna che segna un importante incremento rispetto al periodo pre pandemico.
La migrazione di prossimità
Il flusso migratorio è tendenzialmente diretto da Sud a Nord; tuttavia, si osserva anche la mobilità tra le regioni del Centro-Nord soprattutto di prossimità (con una distanza di 100 Km e/o 60 minuti di percorrenza dal comune di residenza del paziente alla struttura ospedaliera di ricovero); la migrazione di prossimità, rispetto al totale, risulta essere pari al Nord al 24%, al Centro 12,6% e al Sud 5,7%. Le strutture maggiormente attrattive per la mobilità dei ricoveri sono di natura giuridica private accreditate, per tre/quarti del totale per le prestazioni di alta complessità. Se si considera solo la componente di mobilità effettuata per scelta dell’utente, si assiste ad un miglioramento, con inversione di tendenza nei trend, nella regione Piemonte (da –7,2 milioni di euro a +21) e la Provincia Autonoma di Trento (da -6,5 milioni a +2,6). La pandemia non ha modificato i flussi di mobilità di attrazione e fuga per patologie tumorali, malgrado la contrazione nel numero di interventi. I principali indici di attrazione sono relativi ai tumori di esofago e pancreas che vedono soprattutto le strutture della regione Veneto come le principali aree di richiamo per l’intero Paese.
Specialistica ambulatoriale
Mentre per quanto riguarda i principali dati sulla mobilità della specialistica ambulatoriale, la tendenza di mobilità della specialistica ambulatoriale degli ultimi 5 anni (2019-2023), al netto del valore registrato nel 2020, il trend appare in crescita evidenziando nel primo semestre del 2023 il valore più alto della serie temporale considerata (330 mln); le principali regioni attrattive sono in ordine Lombardia, Veneto, Toscana, mentre quelle di fuga sono Campania, Calabria e Sicilia. Da evidenziare che la regione con il saldo positivo maggiore (tra mobilità attiva e passiva) è in assoluto la Lombardia con un valore di circa 103 milioni. La mobilità di prossimità nella specialistica ambulatoriale ha una prevalenza maggiore rispetto alla ospedaliera: la migrazione di prossimità, rispetto al totale, risulta essere pari al Nord al 33%, al Centro 20% e al Sud 12%. La domanda di prestazioni di specialistica risulta tendenzialmente costante nel tempo, con maggiore richiesta di diagnostica strumentale e di prestazioni terapeutiche (circa 65%).