lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Cala il Pil nell’Eurozona mentre in Italia frena la produzione industriale

Cala il Pil dell’Eurozona. Nel terzo trimestre dell’anno 2023 il Prodotto interno lordo della Ue ha subito una leggera contrazione pari allo 0,1% rispetto al secondo trimestre. Rispetto allo stesso trimestre 2022., il Pil non ha subito significative variazioni ed è rimasto stabile sia nell’Eurozona che nei ventisette Paesi Ue che hanno come moneta l’euro, dopo aver fatto registrare un incremento rispettivamente del +0,6% e dello 0,5% nel trimestre precedente. E quanto emerge dalle stime di Eurostat. Riguardo ai Paesi membri il maggior aumento su base trimestrale è stato registrato da Malta (+2,4%), da Polonia (+1,5%) e Cipro (+1,1%), mentre le contrazioni maggiori sono state osservate in Irlanda (-1,9%), in Estonia (-1,3%) e in Finlandia (0,9%).

L’industria italiana

In Italia, invece, la crescita del Pil risulta pari al +0,1% ma si registra una frenata della produzione industriale. L’Istituto di statistica nazionale stima che a ottobre 2023 l’indice destagionalizzato ha subito una contrazione dello 0,2% rispetto al mese di settembre. Anche nella media del trimestre agosto-ottobre il livello della produzione è calato dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice mensile cresce su base congiunturale per l’energia (+1,5%) e per i beni di consumo (+0,4%), mentre diminuisce per i beni intermedi (-0,4%) e per i beni di strumentali (-0,5%). Al netto degli effetti di calendario, a ottobre 2023 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dell’1,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di ottobre 2022) e nell’arco di questo periodo si sono registrati incrementi tendenziali per l’energia (+2,7%) e i beni strumentali (+1,3%), mentre i beni di consumo (-2,9%) e i beni intermedi (-3,2%) hanno evidenziato un notevole calo. I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più marcati sono la produzione dei prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,4%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,9%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+6,6%). Le flessioni maggiori, invece, si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-11,8%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-11,3%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-6,9%).

Vendite al dettaglio

L’Istat stima una crescita in Italia delle vendite al dettaglio. A ottobre è stato registrato per il settore un incremento congiunturale pari allo 0,4% in valore e dello 0,3% in volume. Risultano in crescita le vendite dei beni alimentari (+0,6% sia in valore sia in volume) come pure, marginalmente, quelle dei beni non alimentari (rispettivamente +0,2% e +0,1%). Tuttavia, nel trimestre agosto-ottobre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio calano sia in valore (-0,4%) sia in volume (-1,3%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,3%) e calano in volume (-1,0%) mentre le vendite dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore (-1,0%) sia in volume (-1,5%). Su base tendenziale, a ottobre 2023, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,3% in valore e registrano un calo in volume del 4,0%. Le vendite dei beni alimentari crescono del 3,5% in valore e diminuiscono del 2,9% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-2,0%) sia in volume (4,7%).

Variazioni eterogenee

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti, con una prevalenza di segni negativi. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,1%), mentre registrano il calo più consistente Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-5,3%) e Abbigliamento e pellicceria (-5,0%). Rispetto a ottobre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+2,2%), le vendite al di fuori dei negozi (+0,5%) e il commercio elettronico (+1,6%), mentre registrano una variazione negativa le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,8%).

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