Cala il Pil dell’Eurozona. Nel terzo trimestre dell’anno 2023 il Prodotto interno lordo della Ue ha subito una leggera contrazione pari allo 0,1% rispetto al secondo trimestre. Rispetto allo stesso trimestre 2022., il Pil non ha subito significative variazioni ed è rimasto stabile sia nell’Eurozona che nei ventisette Paesi Ue che hanno come moneta l’euro, dopo aver fatto registrare un incremento rispettivamente del +0,6% e dello 0,5% nel trimestre precedente. E quanto emerge dalle stime di Eurostat. Riguardo ai Paesi membri il maggior aumento su base trimestrale è stato registrato da Malta (+2,4%), da Polonia (+1,5%) e Cipro (+1,1%), mentre le contrazioni maggiori sono state osservate in Irlanda (-1,9%), in Estonia (-1,3%) e in Finlandia (0,9%).
L’industria italiana
In Italia, invece, la crescita del Pil risulta pari al +0,1% ma si registra una frenata della produzione industriale. L’Istituto di statistica nazionale stima che a ottobre 2023 l’indice destagionalizzato ha subito una contrazione dello 0,2% rispetto al mese di settembre. Anche nella media del trimestre agosto-ottobre il livello della produzione è calato dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice mensile cresce su base congiunturale per l’energia (+1,5%) e per i beni di consumo (+0,4%), mentre diminuisce per i beni intermedi (-0,4%) e per i beni di strumentali (-0,5%). Al netto degli effetti di calendario, a ottobre 2023 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dell’1,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di ottobre 2022) e nell’arco di questo periodo si sono registrati incrementi tendenziali per l’energia (+2,7%) e i beni strumentali (+1,3%), mentre i beni di consumo (-2,9%) e i beni intermedi (-3,2%) hanno evidenziato un notevole calo. I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più marcati sono la produzione dei prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,4%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,9%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+6,6%). Le flessioni maggiori, invece, si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-11,8%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-11,3%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-6,9%).
Vendite al dettaglio
L’Istat stima una crescita in Italia delle vendite al dettaglio. A ottobre è stato registrato per il settore un incremento congiunturale pari allo 0,4% in valore e dello 0,3% in volume. Risultano in crescita le vendite dei beni alimentari (+0,6% sia in valore sia in volume) come pure, marginalmente, quelle dei beni non alimentari (rispettivamente +0,2% e +0,1%). Tuttavia, nel trimestre agosto-ottobre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio calano sia in valore (-0,4%) sia in volume (-1,3%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,3%) e calano in volume (-1,0%) mentre le vendite dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore (-1,0%) sia in volume (-1,5%). Su base tendenziale, a ottobre 2023, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,3% in valore e registrano un calo in volume del 4,0%. Le vendite dei beni alimentari crescono del 3,5% in valore e diminuiscono del 2,9% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-2,0%) sia in volume (4,7%).
Variazioni eterogenee
Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti, con una prevalenza di segni negativi. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,1%), mentre registrano il calo più consistente Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-5,3%) e Abbigliamento e pellicceria (-5,0%). Rispetto a ottobre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+2,2%), le vendite al di fuori dei negozi (+0,5%) e il commercio elettronico (+1,6%), mentre registrano una variazione negativa le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,8%).