giovedì, 19 Dicembre, 2024
Energia

L’Europa leader nell’Eolico off shore. Crescono i brevetti del 18%

Pubblicato l’Offshore Wind Energy Patent Insights Report di Irena e Epo

Il recente Decreto Energia varato dal Consiglio dei ministri, che prevede tra l’altro la creazione di un polo eolico offshore nel Mezzogiorno, si inserisce in un quadro di globale aumento di interesse verso questa rinnovabile come mezzo per supportare la decarbonizzazione dei sistemi energetici e dei settori di utilizzo finale, per il suo notevole potenziale energetico e la sua competitività in termini di costi. L’Offshore Wind Energy Patent Insights Report dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) e dell’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) dimostra come le domande di brevetto per le tecnologie eoliche offshore siano cresciute in media del 18% tra il 2002 e il 2022. Questa crescita è rimasta stagnante tra il 2014 e il 2017 ma, negli ultimi anni c’è stato un nuovo forte aumento delle dichiarazioni. Tra le ragioni di questo particolare interesse anche il costo livellato dell’elettricità (LCOE) generato dall’eolico offshore diminuito del 59% nel periodo 2010-2022, così come il costo medio dei nuovi impianti, la principale sfida di questa tecnologia, soprattutto se installata in acque molto profonde, che a livello globale è diminuito del 48%. Ciononostante sono necessarie ulteriori innovazioni per abbassare ulteriormente i costi per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione delle pale eoliche lontane dalle coste e azioni da parte dei Governi per garantire che la capacità globale dell’eolico offshore raggiunga i 494 GW entro il 2030 e i 2.465 GW entro il 2050, partendo dai 55 GW raggiunti nel 2021, se si vuole mantenere l’obiettivo degli 1,5°C dell’Accordo di Parigi. La scalata all’eolico offshore è in gran parte guidata dall’Europa, seguita da Cina e ultimamente anche Stati Uniti. Nella classifica dei primi dieci paesi per famiglie di brevetti internazionali (IPF) depositate, sette paesi sono europei, con Germania e Danimarca in testa. Per quanto riguarda le famiglie non IPF, la Cina è di gran lunga il paese leader dimostrando la forza del mercato locale. Nel suo insieme l’industria dell’energia eolica (infrastrutture di cantieristica navale, produzione, assemblaggio e piattaforme galleggianti) frutta al PIL europeo ben 42 miliardi di euro all’anno. Ogni nuova turbina eolica europea installata genera in media un’attività economica di 13 milioni di euro. Ma il pericolo come sempre viene dai produttori cinesi di turbine che stanno aumentando la loro presenza nel mercato, soprattutto nei paesi dei Balcani. La tentazione di acquistare turbine eoliche non europee si basa naturalmente sul fatto che spesso vengono offerte a un costo inferiore rispetto alle controparti europee e con opzioni di pagamento flessibili che le società europee dell’OCSE non possono fornire. Andrebbero, però, considerati i rischi a lungo termine dell’approvvigionamento di turbine extraeuropee, come la dipendenza da fornitori esterni e la sicurezza nazionale. Una moderna turbina eolica è dotata di circa 300 sensori, i cui dati dovrebbero essere conservati ed elaborati esclusivamente all’interno dell’Europa. L’International Energy Agency (IEA) rileva che nel 2021 i parchi offshore costituivano solo il 7% del totale della capacità eolica totale; la nuova potenza installata nel corso dell’anno è stata il 22% del totale, un valore record, pari al triplo del dato medio dei cinque anni precedenti. L’80% di questa crescita è dovuta, però, alla Cina, che ha raddoppiato la potenza installata fra il 2018 e il 2020, fermo restando che è l’Europa a giocare ancora oggi il ruolo di leader globale, con oltre il 70% della potenza installata al mondo. Il primo parco eolico offshore su scala commerciale è stato inaugurato nel 1991 in Danimarca, mentre il più grande al mondo è quello di Hornsea, nel Regno Unito. In Italia nel 2022 è stato inaugurato il primo parco eolico offshore al largo di Taranto, con una capacità di 30 MW, un valore inferiore rispetto agli impianti già in funzione nell’Europa settentrionale, ma non trascurabile a livello locale.

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