martedì, 17 Dicembre, 2024
Ambiente

Scoperto giacimento di acqua sotterraneo nella Sicilia meridionale

Sopra ci sono problemi di erogazione dell’acqua e anche scarsità, mentre sotto un gruppo di ricercatori dell’Università di Malta, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università Roma Tre rivela la presenza di risorse idriche di grande volume e valore. Accade a Gela dove, come risulta da un recente studio pubblicato sulla rivista ‘Communications Earth & Environment’ di Nature Portfolio,
è stata identificata la presenza di risorse idriche sotterranee senza precedenti nella Formazione di Gela; una piattaforma “carbonatica triassica” nel sottosuolo della Sicilia meridionale.

Sotto i monti Iblei

“Le risorse idriche sotterranee profonde in tutto il mondo rappresentano un’importante fonte potenziale di acqua non convenzionale, che possono supportare le crescenti necessità, legate anche alla crescita demografica globale”, afferma Lorenzo Lipparini, ricercatore dell’INGV – Università di Malta, professore dell’Università Roma Tre e primo autore dello studio, insieme a Damiano Chiacchieri, assegnista INGV e dottorando dell’Università Roma Tre, Roberto Bencini collaboratore dell’Università di Bologna e Aaron Micallef, professore dell’Università di Malta. Praticamente si documenta l’esistenza di “un esteso corpo idrico sotterraneo di acque dolci e salmastre conservato in un acquifero profondo tra i 700 e i 2500 metri di profondità al di sotto dei Monti Iblei, nella Sicilia meridionale.

Approccio innovativo

La scoperta di questo vasto accumulo d’acqua è il risultato di un approccio innovativo che combina l’analisi di pozzi petroliferi profondi con avanzate tecniche di modellazione tridimensionale del sottosuolo.”Abbiamo attribuito la distribuzione di questo accumulo di acque fossili a un meccanismo di ricarica meteorica guidato dall’abbassamento del livello del mare nel Messiniano” spiega Lipparini.
Nella ricerca si legge, tra l’altro, che i risultati dello “studio sono di interesse perché possono fornire una case history regionale per capire come la geometria 3D di una piattaforma carbonasata influenzi la circolazione dei fluidi profondi, specialmente durante le basse resistenze del livello del mare” e il modello che viene proposto per la posizione delle acque sotterranee profonde “può anche fornire una spiegazione per le acque sotterranee costiere registrate a profondità di 500 metri sotto il livello del mare nelle piccole isole del Mediterraneo (ad esempio, Kerkennah) o il fondo marino del Mediterraneo.

C’è già la tecnologia

La scoperta di un corpo idrico così esteso, conservato e fresco ha implicazioni significative come fonte non convenzionale di acqua potabile, soprattutto considerando le numerose aree bisognose di acqualungo le coste del Mediterraneo (ad esempio, Marocco, Tunisia, Egitto, Libano e Turchia). La tecnologia per esplorare e utilizzare questi corpi idrici sotterranei, spiegano i ricercatori, al giorno d’oggi esiste, rendendo queste risorse idriche sotterranee potenzialmente estese disponibili per l’utilizzo.

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