La legge di Bilancio entra nella fase finale con il solito affanno. Ma senza incontrare difficoltà particolari dalle opposizioni, a parte i 2600 emendamenti. Da Pd e 5S ci si aspettava una contromanovra concreta. Numeri alla mano avrebbero dovuto spiegare cosa si sarebbe potuto fare di meglio che con le stesse risorse individuate dal Governo. E invece no.
Stando all’analisi fatta da Carlo Calenda, il Pd e 5S prevedono, rispettivamente, una spesa aggiuntiva di 24 e 35 miliardi rispetto a quella di Meloni. Come coprire queste spese? Pd e 5S prevedono un taglio ai sussidi ambientalmente dannosi pari a circa 22 miliardi. Il guaio è che il peso di questi tagli ricadrebbe sulle spalle dei cittadini. Conte non spiega dove andrebbe a trovare i rimanenti 10 miliardi. C’è poi la contromanovra di Landini che, secondo Calenda, richiederebbe 27 miliardi di spesa di cui uno solo coperto. Non c’è di che…. Opposizioni di questo tipo non metteranno mai in difficoltà il Governo. Anche Calenda sta all’opposizione ma non ha proposto manovre fantasiose con spese aggiuntive senza copertura. Per il leader di Azione i 10 miliardi destinati al taglio del cuneo fiscale dovrebbero essere dirottati sulla Sanità. È una proposta che il Governo non può raccogliere perché la maggioranza ha preso l’impegno con i suoi elettori per la conferma del taglio del cuneo. Ma almeno è una proposta seria. Fino a quando Schlein e Conte continueranno su questo registro la maggioranza può dormire sonni tranquilli. Nel Sessantotto si auspicava che l’immaginazione prendesse il potere. Invece l’immaginazione ha preso l’opposizione.