lunedì, 16 Dicembre, 2024
Esteri

Tregua, ancora un giorno. Tre vittime di Hamas a Gerusalemme

Finisce la tregua ufficiale, iniziano i giorni dell’incertezza. Hamas libera prima due ostaggi e poi ne libera altri otto; cinque donne e tre bambini. Israele scarcera altri trenta palestinesi. La tregua continua, ma traballa. Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, vola in Cisgiordania per incontrare Abu Mazen e poi a Tel Aviv Benjamin Netanyahu. Intanto la Casa Bianca non sa bene che succederà e si appella al premier israeliano perché si proteggano i civili nel caso Israele dovesse riprendere l’operazione militare. Egitto e Qatar premono per una tregua di altri due giorni, almeno fino a domenica. Vorrebbero arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e al rilascio di altri prigionieri. Ma l’attentato di Gerusalemme sembra organizzato apposta per far saltare tutto.

Ora la prossima fase

Ci sono troppi morti di mezzo per una tregua facile. Un funzionario di Hamas Basem Naim ha dichiarato al canale al-Araby Al-Jadeed, con sede a Londra e di proprietà del Qatar, che Hamas consegnerà i corpi di tre israeliani. Naim ha affermato che la loro identità è sconosciuta e sono stati uccisi durante l’operazione militare di Israele a Gaza. Hamas, mentre libera ostaggi, rivendica l’attentato terroristico a Gerusalemme, costato la vita a tre persone, e lancia un appello a un “escalation della resistenza” contro Israele. “Una chiara violazione della tregua” rispondono da Tel Aviv, soprattutto i leader più radicali come Ben-Gvir. Il premier Benjamin Netanyahu ha ripetuto il suo mantra a Blinken: “abbiamo giurato, e io ho giurato, di distruggere Hamas. Niente ci fermerà.” E riguardo l’attentato di Gerusalemme ha sottolineato: “questo è lo stesso Hamas. È lo stesso Hamas che ha commesso il terribile massacro del 7 ottobre, lo stesso Hamas che cerca di assassinarci ovunque.” Poi Netanyahu ha ringraziato Blinken e l’Amministrazione americana: “desidero esprimere la riconoscenza di Israele – al Presidente, a lei personalmente e alla vostra delegazione – per averci sostenuti fin dall’inizio nella guerra per la eliminazione di Hamas e per garantire la liberazione dei nostri ostaggi”, ha aggiunto, e si è messo a trattare: “ovviamente, intendo discutere con voi della prossima fase.”

L’attentato di Gerusalemme

Il Governo israeliano ha annunciato che dopo l’attentato di Gerusalemme “continuerà ad espandere la distribuzione di armi ai civili” poiché “questa è una misura che si è dimostrata più volte necessaria nella guerra contro il terrorismo.” “La rapida reazione di due soldati e di un civile che hanno eliminato i terroristi ha impedito un attacco più grave”, è spiegato in una nota diffusa on line. Nell’attentato a Gerusalemme, oltre alle tre persone assassinate, due ragazze di 16 e 24 anni e un uomo di 73, sono rimaste ferite altre otto persone di cui quattro sono in gravi condizioni. Gli attentatori, due palestinesi di Gerusalemme est, sono arrivati in automobile: scesi dalla vettura hanno impugnato un fucile M16 e una pistola aprendo il fuoco all’impazzata alla fermata di un autobus. Poi sono stati neutralizzati e uccisi. Il ministro israeliano Benny Gantz ha dichiarato che l’attacco terroristico di rafforza la determinazione di Israele a continuare la guerra contro Hamas a Gaza: “Questo attacco terroristico è un’ulteriore prova del nostro obbligo di continuare a combattere con forza e determinazione contro il terrorismo omicida che minaccia i nostri cittadini. A Gerusalemme, a Gaza, in Giudea e Samaria e ovunque”, scrive Gantz su X, usando il nome biblico della Cisgiordania. Intanto il capo del Governo ha ordinato che le case degli autori dell’attacco a Gerusalemme vengano sigillate e distrutte e di “effettuare arresti su vasta scala contro i loro sostenitori e contro i mittenti, di attuare azioni mirate e operative contro i gruppi di sostegno dei terroristi.”

Gli (ex) ostaggi

Le vicende degli ostaggi e ex ostaggi sono infinite e emblematiche. Ieri è toccato a Mia Schem, che era stata rapita e ferita e mostrata in un video, da Hamas, mentre veniva curata a un braccio. Soddisfatti il Presidente Macron e la premier francese, Elisabeth Borne, perché Mia ha anche la nazionalità francese. Triste, invece, la vicenda toccata alla famiglia di Aviv Atzili, un uomo che si credeva preso in ostaggio, che invece è stata informata della sua uccisione nell’attacco del 7 ottobre. Residente del kibbutz Nir Oz, il 49enne lascia una moglie e quattro figli. Sua moglie Liat era stata rapita da Hamas ed è stata rilasciata mercoledì sera. Così come è stato confermato l’assassinio di Ofir Sarfati, rapito il 7 ottobre al rave party nel deserto del Negev, portato a Gaza gravemente ferito, dove è morto. Ofir, studente di ingegneria elettronica, era al festival Nova con la sua ragazza Shovel e altri amici. Per 3 settimane il suo destino era rimasto sconosciuto. Ofir era al rave party dove sono stati uccisi a sangue freddo circa 364 giovani. Secondo fonti israeliane sono chiuse anche le trattative per la restituzione dei corpi del piccolo Kfir Bibas di 10 mesi, del fratellino Ariel (4 anni) e della loro madre, Sherry Silverman. Si è sperato fino a mercoledì quando è stato accertato che erano stati assassinati nell’assalto del 7 ottobre.

Netanyahu insedia altri coloni

Da oggi nasce un nuovo insediamento di coloni. Ieri sera è stata posta nella Striscia di Gaza la prima pietra dell’insediamento ‘Ofir’, che prende il nome dall’ex capo del Consiglio della Porta del Negev, il defunto Ofir Liebstein, assassinato da Hamas. Lo scrive lo stesso Netanyahu sul proprio profilo X. “ Ofir era un leader, un uomo della Terra di Israele, “un uomo di costruzione, un uomo di insediamento. Qui cresceranno bambini e ragazzi che verranno istruiti sul suo contributo, sul suo eroismo e sul suo sacrificio. Ripristineremo gli insediamenti, espanderemo gli insediamenti e aggiungeremo altri insediamenti.”

Spagna contro Israele

Intanto continua lo scontro diplomatico tra Israele e il governo spagnolo socialista-indipendentista catalano, di Pedro Sanchez che ieri ha ripetuto di avere “seri dubbi” sul fatto che Israele stia “rispettando il diritto umanitario internazionale.” E quindi dopo aver convocato, per la seconda volta in pochi giorni, l’ambasciatore spagnolo in Israele, ieri il ministro degli Esteri, Eli Cohen, ha comunicato ufficialmente che “in seguito delle dichiarazioni oltraggiose del premier spagnolo, che ancora una volta ha ripetuto accuse senza fondamento, ho deciso di richiamare il nostro ambasciatore in Spagna per consultazioni a Gerusalemme.” “Israele sta agendo e continuerà ad agire secondo la legge internazionale e continuerà la guerra fino a quando tutti gli ostaggi saranno restituiti e Hamas sarà eliminata da Gaza.”

Bahrein e Giordania pensano al futuro

C’è già chi pensa al futuro anche se non si hanno notizie di un tavolo negoziale per cominciare a scrivere le nuove prospettive della Striscia di Gaza e di tutta l’area coinvolta. Intanto il Bahrein e la Giordania hanno firmato quattro accordi su progetti per la costruzione di un ospedale, una scuola e un complesso residenziale a Gaza. Lo riferisce l’ambasciatore del Regno del Bahrein, Ahmed Abdulrahman Al Saati, all’agenzia russa Ria Novosti. Il pacchetto prevede il finanziamento del trattamento di un certo numero di malati di cancro negli ospedali giordani della Striscia di Gaza, la costruzione di un ospedale da campo, un blocco residenziale e una scuola simile al centro didattico creato nel campo profughi giordano. L’ambasciatore ha sottolineato che il Bahrein è stato uno dei primi paesi a inviare cibo, medicine e beni di prima necessità nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, situato al confine con l’Egitto. La nuova spirale del conflitto israelo-palestinese, innescata dall’attacco a sorpresa lanciato da Hamas il 7 ottobre, ha causato finora, secondo gli ultimi dati, circa 1.200 morti e quasi 5.500 feriti in Israele e oltre 15.000 morti e 36.000 feriti a Gaza.

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