Secondo i dati dell’ultima ricerca sul “Turismo di Lusso”, pubblicata all’interno della XXV Edizione del “Rapporto sul Turismo Italiano” (2020-2022), l’Italia è la destinazione più gettonata nell’anno in corso per turismo di lusso internazionale, generando il 15% del fatturato totale del settore alberghiero italiano e il 25% della spesa turistica totale. I viaggiatori internazionali del ‘luxury tourism’ spendono in Italia circa 25 miliardi di euro: 7 miliardi per l’alloggio, 2 per la ristorazione e 14 miliardi di euro per le visite, per i tour e per lo shopping (dati Istat-Enit, 2022). Inoltre, più del 45% di questi turisti è venuto in Italia almeno una volta negli ultimi 5 anni (Enit). E il dato è in continua crescita”.
A livello globale
L’economista e ricercatore della Cnr-Iriss, Antonio Coviello, rendendo noti i dati della sua ultima ricerca sul “Turismo di Lusso” per Cnr Edizioni, ha spiegato: “Il turismo di lusso, che riguarda e comprende tutti i comparti della filiera turistica, quali ‘visiting’, ‘food e beverage’, ‘hotellerie’, eccetera, presenta varietà e volumi maggiori di quello che si possa immaginare. Il mercato globale del turismo di lusso è destinato a vivere un periodo di continua crescita e trasformazione senza precedenti nel prossimo futuro, guadagnando oltre 45 miliardi di dollari di valore annuo entro il 2027”. Il comparto del ‘luxury tourism’ si caratterizza per alcune indispensabili peculiarità, come “intercettare le preferenze del singolo turista, per offrire un servizio di alto livello e un’esperienza cucita su misura, procurando contenuti emozionali e un’esperienza indimenticabile” evidenzia Coviello. Per il futuro, si stima che il mercato dei beni di lusso personali “potrebbe raggiungere 360-380 miliardi di euro entro il 2025 – aggiunge il ricercatore – con una crescita sostenuta del 6-8% annuo”.
Il lusso nelle nuove generazioni
Per quanto riguarda il settore ‘viaggi di lusso’, superate le criticità causate dalla pandemia all’intero comparto, la performance del mercato è stata sostenuta dalla ripresa dei consumi locali e dalla forza dei canali digitali. Nello specifico, la ricerca mostra che “i clienti più giovani continuano a trainare la crescita e insieme rappresenteranno il 70% del mercato del lusso entro il 2025. Proprio i giovani nati tra il 1980 ed il 2021 – si precisa nel report – sono parte attiva del turismo di lusso e influenzano radicalmente le scelte di acquisto di parenti e affini”. L’interesse verso il lusso è in aumento in particolar modo per le esperienze culinarie, per le crociere e per le attività all’aria aperta. “Benché le strutture ricettive di lusso siano in Italia presenti a ‘macchia di leopardo’ – spiega il ricercatore del Cnr, precisando che a Roma se ne contano circa 60, a Milano 25, a Venezia 24, a Napoli 4, contro i 50 della Campania totali, proprio per le caratteristiche accennate “diversi gruppi di ospitalità di lusso hanno adottato nuove misure per rendere le loro offerte versatili e allettanti per i consumatori”.
Made in Italy e luxury
Come si legge nella ricerca “il Made in Italy e i viaggi di lusso saranno sempre più ‘intrecciati’, considerando anche che la propensione al lusso è maggiore per gli stranieri che visitano il nostro Paese rispetto agli italiani”. Il Made in Italy, inoltre, si identifica altresì con forme di fruizione di altissima qualità, ma accessibili. Secondo quanto rilevato dai ricercatori del Cnr, per le aziende italiane del lusso è fondamentale ‘fare sistema’, poiché c’è sempre più cooperazione tra settori diversi: dal comparto delle automobili al cibo e, “le alleanze, le collaborazioni e il ‘co-branding’ (ossia associare a un prodotto due o più marchi) sprigionano spesso un’energia positiva”. Inoltre, le collaborazioni tra aziende italiane sono essenziali per proteggere doti preziose, come il ‘saper fare artigianale’ e conservare ‘il legame con i territori’, per difendere un comparto che vale il 7,4% del PIL italiano.