Sciopero ridotto a 4 ore per bus, treni, metro e navi. I possibili disagi per i viaggiatori si condenseranno dalle 9 alle 13 di domani venerdì 17. Lo scontro che infiamma il dibattito tra Governo la Cgil e Uil ha segnato ieri sera una tregua armata sul diritto allo sciopero e le ragioni delle precettazioni. Soddisfatto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che ha dimezzato la durata della protesta nel settore dei trasporti, con l’Ordinanza di precettazione – accolta ma non giustificata dai leader di Cgil e Uil – il vice premier canta vittoria: “Hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini. Non è messo in discussione il diritto allo sciopero”, sottolinea Salvini. Di contro Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri nel contestare la richiesta della Commissione di garanzia, rilanciano le polemiche ma accettano il dimezzamento dell’orario.
“C’è una ragione in più per confermare le mobilitazioni e gli scioperi”, attacca il leader della Cgil, “Contemporaneamente siccome siamo persone responsabili e facciamo i conti con la precettazione, ne prendiamo atto e lo sciopero nel settore dei trasporti sarà dalle 9 alle 13”. Così, puntualizza Landini “tuteliamo i lavoratori”, altrimenti potrebbero incappare “a sanzioni economiche e penali”.
Il Governo ha mediato
Chiamata in ballo il presidente del Consiglio Giorgia Meloni evita polemiche e ricorda la posizione del Governo.
“Non è intenzione del Governo modificare la normativa sul diritto allo sciopero. La precettazione è stata una decisione assolutamente condivisa” nel Governo “ma sulla base dell’indicazione arrivata da un’authority indipendente, non sulla base di una scelta politica ma di una scelta di mediazione fra due diritti che vanno entrambi garantiti e per cui esiste un’autorità indipendente”. “Credo”, ha fatto presente Giorgia Meloni a chi le domandava delle dichiarazioni del leader leghista Matteo Salvini, “che il vicepremier Salvini semplicemente abbia fatto riferimento a un’indicazione che arrivava da un’authority indipendente, cioè cercare di mettere insieme il tema del diritto allo sciopero con quello dei servizi pubblici e il diritto dei cittadini. Ma non c’è allo stato attuale nelle intenzioni del governo quella di modificare il diritto allo sciopero”.
I disagi per cosa e quando
Domani quindi lo sciopero sarà ridotto a 4 ore mentre la proclamazione di Cgil e Uil prevedeva uno stop di otto ore, ossia per l’intero turno di lavoro che avrebbe innescato un blocco totale della circolazione dei treni già a partire dalla mezzanotte e un minuto di venerdì 17, fino alle 23,59, con la garanzia dei servizi minimi. Stesso discorso per i lavoratori di altri mezzi di traporto, per taxi, bus, tram e navi che dovranno rimodulare e tagliare le ore di sciopero.
Commissione e precettazione
A far scattare l’intervento della Commissione di garanzia è stato il Governo che ha invocato l’attuazione della legge 146 del 1990 che stabilisce che l’Ordinanza di precettazione può essere adottata quando “sussista il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”. La norma, inoltre, stabilisce che l’Ordinanza deve essere adottata almeno 48 prima dell’inizio della protesta, e prevede, il differimento dell’astensione o la riduzione della sua durata, e l’imposizione di livelli minimi di funzionamento del servizio compatibili col godimento dei diritti della persona. “In caso di violazione gli autori, sindacati e lavoratori, sarebbero sottoposti ad una sanzione amministrativa-pecuniaria con una ordinanza-ingiunzione”. La sanzione amministrativa pecuniaria da 2 mila e 500 euro a 50mila euro per ogni giorno di mancata ottemperanza, a seconda della consistenza dell’associazione sindacale e della gravità delle conseguenze dell’infrazione. Anche i singoli lavoratori, in caso di violazione dell’ordinanza, “sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria per ogni giorno di mancata ottemperanza, determinabile, con riguardo alla gravità dell’infrazione ed alle condizioni economiche del lavoratore, da un minimo di 500 ad un massimo di mille euro”.
Lo scontro Governo-Cgil e Uil
Il muro contro muro ha innescato un aspro confronto tra Governo, e le due organizzazioni sindacali. Il botta e risposta è stato animato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “Mi dispiace che i leader sindacali per scelta politica mettano a rischio i loro stessi iscritti”, ha commentato il vice premier ricordando che al ministero dei Trasporti ad una riunione prevista proprio per discutere dello sciopero Landini e Bombardieri hanno disertato l’incontro mandando delle rappresentanze.
“Il diritto allo sciopero è sacrosanto”, sottolinea ancora Salvini, “e le rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori non si toccano. Detto questo, come tanti ex sindacalisti di sinistra stanno ricordando in queste ore, esiste anche un diritto al lavoro e alla mobilità della maggioranza degli italiani che deve essere tutelato e garantito”.
Landini e Bombardieri all’attacco
Se lo sciopero sarà dimezzato le proteste e le polemiche di Cgil e Uil invece raddoppiano e tirano in ballo il Governo e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ieri Landini e Bombardieri hanno puntualizzato la posizione delle loro Organizzazioni.
“Il ministro Salvini è intervenuto riducendo da otto a quattro ore soltanto per il settore dei trasporti pubblici”, evidenzia PierPaolo Bombardieri, “Valuteremo tra qualche ora insieme alla Cgil e a Landini quale sarà il nostro comportamento, perché è chiaro che di fronte ad un atto di precettazione ci sono responsabilità e ricadute sui lavoratori, quindi valuteremo con l’obiettivo di tutelare i lavoratori”. Dura la conclusione di Bombardieri, con lo sciopero “risponderemo a un atto di squadrismo istituzionale con una partecipazione a una grande manifestazione”. Lo scontro per Maurizio Landini si allarga al presidente del Consiglio e alla Commissione di garanzia. Il leader della Cgil parla di “Silenzio assordante” della premier, e di una “logica compiacente” della Commissione.
Per Landini la precettazione è “una forzatura che mette in discussione il diritto delle persone di scioperare” e da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “come si suol dire, c’è un silenzio assordante e vorrei capire se la posizione di Salvini è la posizione del ministro o quella del governo”. È ancora per il segretario della Cgil “Questo è il primo sciopero generale che come Confederazione proclamiamo in tutto l’anno. Nei mesi scorsi ci sono state altre sigle sindacali, meno rappresentative, che hanno proclamato scioperi nel settore dei trasporti e non ha detto niente nessuno, né la Commissione di garanzia né il Governo. Dice delle cose adesso, guarda caso, perché lo sciopero è contro le politiche che stanno facendo”.
La replica della Commissione
Con il montare delle polemiche ieri da registrare la replica della Commissione di garanzia che sottolinea come lo sciopero non può essere definito “generale”
“Non tutto il mondo del lavoro è stato chiamato a scioperare venerdì 17 novembre”, fa presente la Garante Paola Bellocchi, “sono state escluse 16 categorie del settore privato. Manca quindi il requisito della generalità”.
“Non è una bocciatura a fine ottobre, noi abbiamo esaminato il documento di proclamazione della protesta e da subito ci è parso che non corrispondesse a uno sciopero generale, ma fosse uno sciopero solo di alcune categorie, altri si erano già organizzati in ulteriori altre 20 proclamazioni di scioperi generali regionali”.
Sulla decisione di Cgil e Uil di andare avanti comunque la presidente Bellocchi commenta: “Generalmente quando i sindacati non si adeguano, noi dobbiamo aprire un procedimento di valutazione per un’eventuale sanzione, ma se interviene la precettazione anche l’apertura del nostro procedimento può ritenersi superflua”.
Città e settori interessati
Domani chiamati a incrociate le braccia da Cgil e Uil tutte le città. Interessate scuole pubbliche, ospedali e treni. Lo sciopero di 4 ore riguarderà anche i dirigenti medici, veterinari e sanitari.