Il presidente nazionale di Nursing Up Antonio De Palma ha ribadito che “il 56% del personale dell’assistenza ha oggi più di 55 anni. È il momento di riflessioni doverose (e di azioni concrete), più che mai indispensabili per denunciare ancora una volta agli occhi della collettività quanto accade in questo delicato momento storico, dove i nostri professionisti, da Nord a Sud, all’acme dei disagi e del malcontento, sono pronti a mobilitare legittime manifestazioni di protesta. Noi del Nursing Up scendiamo in campo per smuovere le coscienze della politica e promuovere, nel contempo, concreti cambiamenti nel modus operandi di aziende sanitarie che non tengono in alcun modo in considerazione le legittime istanze di chi, ogni giorno, naviga nelle acque agitate di disorganizzazione, turni massacranti e carenza di personale, che pesano sempre di più sulle spalle di chi “resta in prima linea” a combattere”.
Valorizzare i professionisti
“Se è vero, e ribadirlo non è affatto retorica, che non può esistere futuro degno di tal nome senza l’auspicata valorizzazione dei professionisti dell’area non medica, siamo davanti a un quadro a tinte fosche, che emerge più che mai quando, in report come quello che vi presentiamo, andiamo a ‘scavare’ nelle reali condizioni che infermieri e ostetriche vivono ogni giorno – continua – L’inesorabile invecchiamento della ‘popolazione dei pazienti’, il cui fabbisogno di cure aumenta e aumenterà in modo esponenziale, significa, infatti, anche, nel contempo, invecchiamento dei professionisti della salute, in primis gli infermieri. In fondo si tratta sempre di uomini e donne. E allora siamo di fronte ad una vera e propria piaga, sulla quale ci sentiamo doverosamente di offrire i contenuti e i numeri attraverso questa nostra nuova indagine. Il sunto dei nostri report è agghiacciante; infermieri sempre più anziani e spesso costretti a rimanere a casa, con corsie di conseguenza sempre più vuote (tra fughe all’estero, dimissioni, pensionamenti e carenza di personale sempre più grave) per una professione che sembra non avere più linfa vitale a cui attingere per ripartire. La sanità italiana ‘perde i pezzi’ giorno dopo giorno, e i vuoti continuano a non essere colmati” continua De Palma.