“Il rilancio degli investimenti non può poi prescindere da alcune misure dedicate specificamente al Mezzogiorno, a maggior ragione dopo la recente presentazione del Piano Sud 2030”. È uno dei temi, meglio dire delle urgenti sollecitazioni, presenti nelle proposte consegnate al premier Giuseppe Conte dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e dal direttore generale Marcella Panucci, durante l’incontro tra il presidente del consiglio e le parti sociali.
Questi i punti su cui si focalizzano gli interventi chiesti da Confindustria.
- “Rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, come primo motore della crescita economica;
- Ambizioso piano di rilancio a livello europeo;
- Misure volte a garantire liquidità alle imprese;
- L’avvio di un nuovo e vasto programma di semplificazioni;
- Incentivi all’occupazione giovanile;
- Un piano di azioni volte ad attrarre, stimolare e rilanciare gli investimenti privati”.
Per Boccia e Panucci è il momento di mettere in cantiere iniziative nuove, che abbiano la forza di rilanciare l’intero Paese.
“Serve un grande piano straordinario di investimenti che punti a realizzare infrastrutture materiali, sociali e immateriali all’avanguardia”, hanno sottolineato Vincenzo Boccia, e Marcella Panucci, “Servono investimenti pubblici, serve riattivare rapidamente tutti i cantieri e non solo quelli delle opere 3 considerate prioritarie: la domanda pubblica deve compensare l’arretramento di quella privata”. Per Confindustria, ora è in gioco l’economia italiana, che rischia ogni giorno di più di innescare una spirale recessiva.
“L’estensione del contagio del Coronavirus dalla Cina all’Italia e agli altri paesi europei e le misure restrittive e di contenimento sanitario adottate”, scrive Confindustria, “negli ultimi tempi mettono a serio rischio le prospettive di crescita a medio termine dell’Italia e dell’Europa intera”. Hanno inoltre fatto presente nel messaggio al premier Conte, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e dalla dg, Marcella Panucci, “Oltre a interventi urgenti che rimuovano le situazioni di blocco operativo e produttivo delle imprese, che sono state generate e, per alcuni aspetti, persino alimentate e ampliate dai provvedimenti restrittivi adottati per fronteggiare l’emergenza sanitaria, bisogna”, chiedono Boccia e Panucci, “immaginare un piano massivo e straordinario che si snodi su sei grandi assi, di cui i primi tre assumono carattere di urgenza e immediatezza”.
L’azione di rilancio degli investimenti, secondo Confindustria, “non può poi prescindere da alcune misure dedicate specificamente al Mezzogiorno, a maggior ragione dopo la recente presentazione del Piano Sud 2030”. L’auspicio, formulato dalla Confederazione degli industriali, è che il lavoro comune che Governo e parti sociali stanno avviando possa portare a una normalizzazione dell’emergenza sanitaria, potenziando i reparti di terapia intensiva e circoscrivendo al massimo gli effetti, evitando però allarmismi infondati e percezioni errate anche sul piano della comunicazione.
Confindustria ritiene, secondo i suoi calcoli e proiezioni, che sia giunto il momento per l’economia italiana ed europea di un “whatever it takes” della politica economica, che “abbia però un chiaro indirizzo nell’allocazione delle risorse e degli effetti da realizzare, come da noi auspicato negli assi illustrati, per contenere e compensare gli effetti dell’arretramento della domanda privata evidenti e conseguenti a quanto sta accadendo”.
“Per far questo”, concludono Boccia e Panucci, “riteniamo indispensabile un’ampia convergenza nazionale sugli obiettivi e le proposte sopra descritte tra forze politiche, Governo, istituzioni territoriali e parti sociali”.