lunedì, 18 Novembre, 2024
Politica

Schlein-Conte. L’alternativa bipolare

Quante opposizioni ci sono in Italia? È uno dei rebus di questa Seconda Repubblica ormai al tramonto. Si potrebbe dire che se la maggioranza ha tre anime (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) l’opposizione ne ha sei, tanti sono i partiti principali che non hanno votato la fiducia al Governo: Pd, M5S, Azione, Italia Viva, Più Europa, Alleanza Verdi-Sinistra.
Segno di vitalità della nostra democrazia? Può darsi.
Ma se la maggioranza è comunque costretta a superare le divergenze interne per prendere decisioni comuni nel Consiglio dei Ministri e poi difenderle in Palamento, le opposizioni hanno un andamento contraddittorio. Sulla carta tutte auspicano un’alternatva al Governo ma poi ciascuna va per la sua strada.
Nella prima vera manifestazione di piazza del Pd, la leader Schlein ha chiamato a raccolta: “Da qui parte l’alternativa alle destre”. Ma chi risponderà a questo appello? Non certo Renzi, che con Schlein forse prenderebbe solo un caffè per galanteria. E neanche Calenda che, pur non avendo pregiudizi contro il Pd, oppone una serie di proposte concrete agli slogan della segretaria e vede come fumo negli occhi qualsiasi avvicinamento tra lei e Conte. E che dire di Più Europa che gioca una partita tutta autonoma? Forse Bonelli e Fratoianni raccoglieranno l’invito lanciato da Schlein. Insieme al Pd nei sondaggi totalizzano un esiguo 23%. Troppo poco. E poi c’è Conte, che aggiungendo il suo 16% potrebbe portare al 40% la consistenza dell’alternativa.

Ambizioni inconciliabili

Come due particelle che si attraggono e si respingono Pd e M5S si paralizzano a vicenda. Ogni coalizione ha bisogno di un centro di gravità. Sia Schlein che Conte si propongono per questo ruolo e proclamano che non saranno stampella di nessuno. Così l’alterativa rischia di essere bipolare sia in senso politologico che psichiatrico. Pd e M5S si entusiasmano all’idea di poter sconfiggere insieme il destra-centro ma poi si deprimono perché le loro ambizioni confliggono e si indeboliscono reciprocamente. Un esempio. Contro la legge di Bilancio Conte annuncia una sua contromanovra. Schlein farà la sua? così la famosa alternativa resterà uno slogan vuoto. Stesso discorso sarà per la riforma costituzionale. Insomma parafrasando una famosa formula della Prima Repubblica, siano passati dalla “convergenze parallele” alle “divergenze perpendicolari”. E il Governo può dormire sonni tranquilli.

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