Calcoli sugli aumenti delle pensioni povere e tagli delle rivalutazioni di quelle ricche – con i medici che annunciano manifestazioni -; mentre sul fisco arrivano le precisazioni del vice ministro all’economia, Maurizio Leo che smonta sul “concordato preventivo”, la “narrazione” delle opposizioni, ribadendo che non c’è nessun “condono come qualcuno ha detto”. Tra chiarimenti e polemiche la bozza della legge di Bilancio 2024 si avvia a vivere una settimana cruciale in Parlamento, con il presupposto più volte rimarcato dalla maggioranza di Centrodestra di una Manovra, “prudente, responsabile e realistica”. Con la priorità di tutelare le fasce sociali più deboli.
Pensioni, aumenti, tagli e aggiustamenti
In questa ottica il Governo ha previsto che i trattamenti pensionistici in pagamento saranno rivalutati per l’aumento del costo della vita, da un minimo dell’1,2% al 5,6%, quale adeguamento all’inflazione 2023. Per il 2024 la rivalutazione sarà del 5,6%, come tasso di inflazione stimato di riferimento. Le polemiche, invece, sorgono per il taglio della rivalutazione di dieci punti percentuale ai pensionati più ricchi che, ad iniziare dai medici, non ci stanno a subire riduzioni. Secondo le loro previsioni, il personale medico attualmente in servizio verrà colpito con una perdita tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico. Le Associazioni di categoria già annunciano scioperi. Il Governo con il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon rassicura con una proposta. “La norma inserita spinge i medici ad andare in pensione subito”, osserva il sottosegretario, “C’è la possibilità di correggerla. Non ci saranno emendamenti, ma come Governo possiamo, in qualche modo e a saldi invariati, cercare di gestire questa situazione. Se c’è la necessità per correggere alcune cose faremo un maxi-emendamento, come sempre accade se c’è qualche cosa da cambiare”, ricorda Claudio Durigon, “limare, sistemare norme, abbiamo fatto tante Finanziarie e sappiamo che questo può avvenire”. L’esecutivo del premier Giorgia Meloni apre alla possibilità di una correzione di alcuni punti della manovra di bilancio, almeno sul capitolo pensioni.
Concordato preventivo
Sul fisco la partita è più complessa, da un lato si tratta di invogliare io contribuente ad essere virtuoso dall’altra c’è la necessità di rendere la macchina fiscale attenta alle necessità di imprese e professionisti. La riforma deve tener conto che le risorse delle Stato sono limitate, che tagliare le tasse non è pensabile ma il trovare un modo diverso di “dialogare” tra cittadino e Agenzie delle entrate può essere possibile. In questa prospettiva nasce lo schema del “Concordato preventivo”, che come sottolinea il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, non è uno “sconto” o un “condono”. Il percorso del “concordato preventivo” prevede che ci sia un contribuente che abbia già un atteggiamento propositivo. In primo luogo possono “accedere i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato”. Non solo servirà un punteggio di affidabilità fiscale pari almeno a 8 sulla base dei dati dichiarati; non bisognerà avere debiti tributari ovvero “aver estinto quelli che tra essi sono d’importo complessivamente pari o superiori a 5 mila euro”.
I benefici per chi accetta
La domanda, è cosa ci guadagna il contribuente? In pratica può evitare accertamenti e avere alcuni vantaggi, ad esempio, sapere in anticipo a quanto ammontano le imposte dovute per il 2024 e per il 2025. Rimanendo fermi gli adempimenti contabili e dichiarativi, saranno considerati irrilevanti gli eventuali maggiori (o minori) redditi incassati rispetto a quelli oggetto di concordato. La novità introdotta nel decreto legislativo prevede la sospensione dei termini per l’accertamento fino all’invio della comunicazione all’ufficio e comunque non oltre il trentesimo giorno. “Nei successivi 60 giorni l’ufficio notifica al contribuente l’atto di definizione dell’accertamento parziale”, spiega la norma. Le sanzioni sono ridotte alla metà rispetto a quelle previste in caso di adesione – un sesto del minimo -. Per l’importo dovuto, tuttavia, è escluso avvalersi della rateizzazione o della compensazione.
Necessario semplificare
Per il viceministro Leo viene così “razionalizzata e semplificata”, tutta l’attività di accertamento, ma, precisa “non facciamo nessun favore agi evasori”. “Questo provvedimento è importante perché vuole cambiare il passo nei rapporti tra fisco e contribuente”, puntualizza il viceministro che aggiunge, “abbiamo un tax gap di 80-100 miliardi e l’obiettivo del governo era rivedere l’intero assetto del sistema tributario”. Non avranno accesso al concordato quanti hanno mancato di presentare la dichiarazione dei redditi in almeno uno dei tre periodo d’imposta precedenti o “coloro che sono stati condannati per uno uno dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, falso in bilancio riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, commessi negli ultimi 3 periodi d’imposta antecedenti”. Nei due anni di concordato, chi vi accederà comunque sarò tenuto a rispettare gli ordinari obblighi contabili e dichiarativi e alla comunicazione dei dati mediante la presentazione dei modelli per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale. Il “concordato” si applicherà nel 2024 e 2025 e sarà prorogabile anche negli anni successivi.
Quanto incasserà lo Stato
Secondo i calcoli del Governo il concordato preventivo potrà portare nelle casse dello Stato circa 900 milioni all’anno. Stima definita “prudenziale”, secondo i tecnici del dipartimento Finanze l’attuazione della nuova norma potrebbe portare allo Stato cifre maggiormente considerevoli.