Nel corso di un vertice trilaterale svoltosi ieri mattina a Trieste, i governi dell’Italia, della Slovenia e della Croazia hanno annunciato piani concreti per potenziare i controlli e le attività di filtro lungo la rotta balcanica. L’obiettivo è quello di rafforzare la sicurezza e la gestione delle questioni legate all’immigrazione e alla sorveglianza dei confini. Il vertice è stato convocato dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha anche presieduto il Comitato provinciale dedicato all’ordine e alla sicurezza pubblica. Alla riunione hanno partecipato i Ministri dell’Interno della Slovenia, Bostjan Poklukar, e della Croazia, Davor Bozinovic, insieme al Governatore del Friuli Fedriga.
Brigate miste ai confini
In soldoni, è stata presa la decisione di rendere strutturale la presenza di brigate miste ai confini, con l’obiettivo di intensificare il controllo delle aree di frontiera. Inoltre, è prevista l’istituzione di centri permanenti di coordinamento gestiti dalle forze di polizia, al fine di garantire una gestione più efficiente delle questioni legate all’immigrazione e alla sicurezza: faciliteranno la collaborazione tra i tre Paesi in merito alle questioni che riguardano il quadrante geografico interessato.
I primi numeri
Nel corso di un punto stampa sùbito dopo il trilaterale, Piantedosi ha presentato il bilancio dei primi dieci giorni di un’ampia operazione di controllo alle frontiere: sono state controllate circa 19.000 persone e 10.000 veicoli. Inoltre, sono state effettuate verifiche su 300 cittadini stranieri. In questo contesto, sono state effettuate una decina di arresti per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oltre a ciò, altre 35 persone sono state denunciate per vari reati legati ai controlli alle frontiere. Il Ministro ha evidenziato che l’operazione di controllo alle frontiere è stata condotta in stretta collaborazione con i suoi omologhi croati e sloveni, dimostrando una cooperazione regionale essenziale per affrontare le sfide legate all’immigrazione e alla sicurezza delle frontiere.
Più controlli
Il titolare del Viminale ha anche annunciato l’intenzione di rafforzare ulteriormente i controlli ai confini con la Slovenia, estendendo la sorveglianza anche ai valichi secondari: in questo senso il governo ha già destinato circa 300 unità di personale delle tre forze di polizia per l’applicazione iniziale di questa strategia di rafforzamento. Piantedosi ha sottolineato che il problema non riguarda solo l’aspetto umano, ma anche la necessità di un adeguato supporto logistico. Molti dei valichi di frontiera si trovano in aree geografiche complesse, prive di infrastrutture adeguate a garantire la permanenza temporanea del personale, soprattutto durante la stagione invernale. Inoltre, il Ministro ha menzionato l’importanza dei controlli a distanza, che potrebbero contribuire a una sorveglianza più efficace e adattabile alle esigenze specifiche di ciascun punto di confine.
Piantendosi ha poi chiarito la decisione di temporanea sospensione dell’accordo Schengen, affermando che i motivi alla base di questa scelta sono stati definiti in modo dettagliato e che la durata di questa misura dipenderà dall’evoluzione degli scenari che hanno portato alla sua adozione.
Hotspot in Friuli?
Nel corso dell’incontro con la stampa, Piantedosi ha affrontato il dibattito in corso sulla necessità di realizzare un hotspot in Friuli Venezia Giulia: l’idea di creare un hotspot nella regione era originariamente legata all’esigenza di fornire un rifugio a persone senza dimora o vulnerabili, specialmente nella città di Trieste. Un progetto non del tutto chiuso, ma temporaneamente sospeso. Le scelte future in merito a questa iniziativa saranno prese in collaborazione con gli amministratori locali e terranno conto della situazione complessiva degli arrivi e del sistema di accoglienza nazionale.