Una interrogazione a risposta in Commissione indirizzata al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese cerca di fare chiarezza sul fenomeno, dai più sottovalutato, delle persone scomparse nel nostro paese. A promuovere l’atto di sindaco ispettivo è stata la deputata Martina Nardi (Pd).
Secondo i dati dell’ultima relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse sono 61.030 le persone – tra cittadini italiani (9.959) e stranieri (51.077) – che nel periodo compreso dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2019 risultano ricercate sul territorio nazionale in quanto scomparse e non ancora rintracciate. Nello stesso arco temporale, invece, le denunce complessive di scomparsa sono state 245.012 (di cui 126.474 riferite a cittadini italiani e 129.181 riguardanti minorenni);
Dei 61.036 soggetti ancora da ritrovare, 44.399 (il 73 per cento) sono minorenni (di cui 2.551 italiani), 15.012 (il 25 per cento) maggiorenni e 1.625 ultra65enni.
Fin qui, dunque, il dato numerico. A spingere la deputata a “interrogare” la titolare del Viminale è stata la circostanza che della relazione emergerebbe che negli ultimi anni si è verificata una flessione delle percentuali di ritrovamento non solo degli scomparsi stranieri ma anche di quelli italiani. Il che “dovrà essere oggetto di un’attenta valutazione unitamente alle Forze di Polizia”.
Allo stato gli strumenti normativi e istituzionali vigenti per contrastare tale fenomeno sono: il Commissario straordinario per le persone scomparse (nominato ai sensi dell’articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400) e il suo “Ufficio”, istituito nel 2007 e composto da dipendenti civili del Ministero dell’Interno e della Polizia di Stato; senza dimenticare la legge 14 novembre 2012, n. 203, recante “Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse” e le “Linee guida per favorire la ricerca di persone scomparse” fissate dalla Circolare del 5 agosto 2010.
Inoltre, con decreto commissariale del 22 maggio 2019 è stata poi istituita la “Consulta nazionale per le persone scomparse”, presieduta dal commissario, e composta dai rappresentanti delle associazioni nazionali dei familiari delle persone scomparse e dalle altre componenti del volontariato interessate al fenomeno, con il compito di assicurare un confronto permanente e continuo su tale tematica.
Ciò nonostante, vi sono oggi evidenti carenze sia rispetto alla reale efficacia delle norme vigenti che rispetto alla loro corretta applicazione.
Spesso le istituzioni sono infatti impreparate di fronte a questi eventi, non per mancanza di volontà o professionalità, ma perché è inefficace il coordinamento nelle azioni che vanno intraprese.
Molti suggerimenti sono arrivati dalla trasmissione “Chi l’ha visto” che rappresenta uno dei veri esempi di servizio pubblico radiotelevisivo ancora in onda.
Tra le norme proposte viene evidenziata la necessità di istituire una banca dati nazionale sulle persone scomparse (con il dna delle persone ricercate) in modo da dotare il nostro Paese di uno strumento indispensabile per diffondere foto e segnalazioni. Sarebbe inoltre utile attivare un “numero verde” dedicato alle persone scomparse e un fondo di sostegno per le associazioni che si occupano di tale fenomeno (che, soprattutto dopo i primi immediati interventi di ricerca, sostengono e supportano i familiari nel prosieguo delle loro indagini).
Altro nodo è l’attuale velocità della veicolazione delle informazioni tra le istituzioni pubbliche preposte (forze di polizia, presidi medici, stazioni): se non è repentina ed efficace può compromettere l’esito positivo delle ricerche.
Di qui l’interrogazione al ministro Lamorgese per sapere “quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere al fine di ridurre il numero delle persone scomparse e pervenire a un sempre maggior numero di ritrovamenti”.