Da straordinaria forza creatrice, a rischio globale per ogni attività umana. Sull’intelligenza artificiale i leader internazionali si incontrano a Londra per fare il punto della situazione con i vertici dei colossi di internet ed esperti del settore. Per l’Italia sono presenti il premier Giorgia Meloni e il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso. Il confronto si terrà a Bletchley Park, centro di decrittazione a nord di Londra
I pericoli e le opportunità
Numerosi gli interrogativi che dovranno essere sciolti durante il summit, così come le maggiori responsabilità che avranno i Governi nell’affrontare e disciplinare una nuova sfida tecnologica che si annuncia epocale per le attività umane.
A sottolinearlo è anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “C’è un’altra sfida cruciale nella quale l’Italia intende essere protagonista: quella legata all’intelligenza artificiale”, ha osservato di recente il primo ministro italiano durante il ComoLake 2023, “Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo quello di ottimizzare le capacità umane, che si concentrava sulla sostituzione del lavoro fisico in un mondo nel quale l’uomo rimaneva al centro”. “Oggi invece viviamo in un mondo nel quale l’intelletto rischia di essere soppiantato, con conseguenze che possono essere imprevedibili”, evidenzia Giorgia Meloni, “sul mercato del lavoro, portando di fatto a maggiori disuguaglianze e a sempre più inique concentrazioni di potere. Sarebbe per noi un errore imperdonabile”, conclude il presidente del Consiglio, “considerare l’intelligenza artificiale una sorta di dominio senza regole che invece dobbiamo immaginare a tutela dell’uomo e dell’umanità.
Però è una sfida che le singole nazioni non possono e non sono in grado di gestire da sole”.
Urso: assicurare la sicurezza
Ieri il ministro Adolfo Urso che rappresenta l’Italia nella giornata d’apertura ha incontrato la ministra della tecnologia UK, Michelle Donelan. “Per governare il fenomeno dell’AI”, ha spiegato Urso nel suo intervento, “occorre prevedere, come ha fatto il presidente USA Biden e come sta avvenendo in ambito UE, normative vincolanti sui sistemi complessi che assicurino un’adeguata analisi preventiva dei rischi e di possibili attività di mitigazione, l’individuazione delle responsabilità degli attori coinvolti, il rispetto della proprietà intellettuale e della privacy”, ha proseguito il ministro delle imprese e del Made in Italy, “Importante mi sembra anche la decisione del primo ministro UK Sunak di istituire un Istituto per la sicurezza delle AI”.
Urso ha poi annunciato: “L’Italia nel ruolo di Presidente del G7 2024 proporrà un salto di qualità facendo seguito a quanto ha già proposto la presidenza giapponese con l’Hiroshima Al Process per configurare il sostegno alla innovazione con le esigenze della sicurezza. L’approvazione di lunedì scorso del codice di condotta e dei principi guida per gli sviluppatori è un passo nella giusta direzione”. Secondo Adolfo Urso: “È sempre più necessaria una governance globale del settore, in modo che l’innovazione tra soggetti di varia dimensione (Pmi, grandi aziende) non porti a concentrare un eccessivo potere in poche organizzazioni private”. Al tempo stesso, ha specificato il ministro, “la cooperazione internazionale nella regolamentazione dell’AI è sempre più fondamentale per evitare una frammentazione normativa che potrebbe ostacolare l’innovazione”.
Sui rischi Urso ha detto “che riducono notevolmente il livello di competenza tecnologica necessaria per svolgere attività efficaci in ambiti tecnici specifici”, aumentando quindi i rischi di un loro utilizzo malevolo. “È già accaduto” ha ricordato il ministro “che sistemi complessi abbiano mostrato di avere capacità inattese anche per chi li ha sviluppati. Alcuni scienziati si sono posti il problema di come distinguere tra un sistema che simuli il comportamento umano e uno che sia realmente cosciente”. Per il ministro delle imprese e Made in Italy: “Dobbiamo cercare il giusto equilibrio tra innovazione e sviluppo, da un lato, e sicurezza, etica e rispetto dei diritti umani dall’altro” ha affermato Urso, ricordando come il dialogo e la collaborazione tra Stati e in particolare, “tra le democrazie che condividono i valori di libertà dell’Occidente, siano”, ha concluso Urso, “gli elementi chiave per affrontare le sfide globali poste dall’AI e per sfruttare appieno il suo potenziale positivo”
Cooperazione globale
Ieri durante l’inaugurazione del summit la Gran Bretagna ha presentato la “Dichiarazione di Bletchley” sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale, progetto che punta alla cooperazione globale.
“La Dichiarazione soddisfa gli obiettivi chiave del vertice”, annuncia una nota del Governo inglese, “stabilendo un accordo e una responsabilità condivisi sui rischi, sulle opportunità e su un processo avanzato per la collaborazione internazionale sulla sicurezza e la ricerca sull’intelligenza artificiale di frontiera, in particolare attraverso una maggiore collaborazione scientifica”.
Bloccare le attività dannose
La Dichiarazione, secondo i promotori e su quanto il vertice deciderà, “incoraggia la trasparenza è la responsabilità. da parte degli attori che sviluppano la tecnologia IA di frontiera nei loro piani per misurare, monitorare e mitigare le capacità potenzialmente dannose”. “Si tratta di un risultato fondamentale”, commenta il primo ministro britannico Rishi Sunak, “che vede le più grandi potenze mondiali nel campo dell’intelligenza artificiale concordare sull’urgenza di comprendere i rischi dell’intelligenza artificiale, contribuendo a garantire il futuro a lungo termine dei nostri figli e nipoti”
Inghilterra e Usa
“L’intelligenza artificiale rappresenta già una straordinaria forza positiva nella nostra società”, ha osservato il ministro inglese Michelle Donelan, all’apertura della conferenza, “con infinite opportunità per far crescere l’economia globale, fornire servizi pubblici migliori e affrontare alcune delle più grandi sfide del mondo, ma i rischi posti dall’IA sono seri e sostanziali ed è fondamentale lavorare insieme, sia a livello settoriale che nazionale, per riconoscerli”. La vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris, che ha presentato una proposta per “regole e norme globali” si è detta: “orgogliosa di annunciare nuovi impegni mentre lavoriamo insieme per rafforzare la sicurezza dell’IA”. Per Re Carlo presente al vertice, l’Intelligenza Artificiale: “Può cambiare le nostre vite”.
I 5 punti dell’accordo
I temi chiave da sviluppare sono cinque e rappresentano la “comprensione condivisa” dei rischi posti dall’IA di frontiera e la necessità di agire, la prima questione è organizzare un “processo avanzato per la collaborazione internazionale sulla sicurezza dell’IA di frontiera , compreso il modo migliore per supportare i quadri nazionali e internazionali”. La seconda decisione è intraprendere, “Misure adeguate che le singole organizzazioni dovrebbero adottare per aumentare la sicurezza dell’IA di frontiera”. Tema più delicati è quello di decidere le “Aree di potenziale collaborazione sulla ricerca sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale, compresa la valutazione delle capacità del modello e lo sviluppo di nuovi standard per supportare la governance”. Infine “Mostrare come garantire lo sviluppo sicuro dell’intelligenza artificiale consentirà di utilizzare l’intelligenza artificiale per scopi positivi a livello global”.
Politici e tycoon d’impresa
Al vertice organizzato dal primo ministro inglese, Sunak che vedrà oggi una giornata densa di appuntamenti, parteciperanno diversi leader mondiali, fra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, la vicepresidente americana Kamala Harris. Con loro i tycoon innovatori della Silicon Valley come Elon Musk e Sam Altman, co-fondatori di OpenAI, la start-up che ha sviluppato ChatGPT.
Il vertice spiega una nota di presentazione del Governo inglese, nasce da un’idea del primo ministro Rishi Sunak, che “vuole ritagliare per la Gran Bretagna un ruolo di intermediario tra i blocchi economici di Stati Uniti, Cina e Unione Europea”. “Si riuniscono capi di governi internazionali, aziende leader nel campo dell’intelligenza artificiale, gruppi della società civile ed esperti di ricerca per considerare i rischi dell’intelligenza artificiale , soprattutto alla frontiera dello sviluppo, per discutere come mitigarli attraverso un’azione coordinata a livello internazionale”. Sunak, prosegue la nota di presentazione, “intende ritagliare un ruolo di primo piano per la Gran Bretagna su questa sfida”.