venerdì, 17 Gennaio, 2025
Cultura

Firenze: la ‘Stanza segreta’ di Michelangelo aperta al pubblico in via sperimentale dal 15 novembre

A distanza di quasi 50 anni dal suo ritrovamento, il prossimo 15 novembre apre al pubblico la “Stanza segreta” con i disegni attribuiti a Michelangelo sotto le cappelle Medicee a Firenze. L’apertura sarà fatta in via sperimentale e le prenotazioni saranno aperte fino al 30 marzo 2024, in via prudenziale. La notizia è stata data lo scorso 26 settembre durante la conferenza stampa di presentazione della ‘Nuova uscita del Museo delle Cappelle Medicee’, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello.

Ingresso di 4 persone alla volta

L’imminente apertura al pubblico della Stanza segreta, mai stata accessibile al pubblico in maniera regolamentata prima d’oggi, è resa possibile anche grazie al monitoraggio che verrà condotto nei prossimi mesi; d’intesa con l’Opificio delle Pietre Dure, istituto ad autonomia speciale del Ministero della Cultura (per la conservazione di opere d’arte) l’apertura entrerà in vigore a partire dal 15 novembre per gruppi di massimo quattro persone alla volta, in modo da proteggere i disegni e mantenere adeguate condizioni conservative, indispensabili a salvaguardare i preziosi manufatti. Infatti, il numero limitato di presenze per fasce orarie, con permanenza massima all’interno della stanza di 15 minuti, è dovuto alla necessità di intervallare il periodo di esposizione alla luce a led a periodi prolungati di buio.

La storia della Stanza segreta

Nel 1975 l’allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, Paolo Dal Poggetto, incaricò il restauratore Sabino Giovannoni di fare saggi di pulitura in un corridoio stretto sotto l’abside della Sagrestia Nuova, per cercare uno spazio adatto per la realizzazione di un nuovo accesso al museo. La stanzetta, 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza e alta 2 metri e 50, era stata usata come deposito di carbonella fino al 1955 e poi inutilizzata e rimasta chiusa per decenni, sotto una botola completamente coperta da armadi e mobili accatastati. È qui che il restauratore si imbatté, sotto due strati di intonaco, in una serie di disegni murali di figura tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie e in molti casi sovrapposti, che Paolo Dal Poggetto attribuì per la maggior parte a Michelangelo. Lo stesso direttore dell’epoca suppose che l’artista si fosse rifugiato nella Stanza nel 1530, quando il Priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo nascose dalla vendetta del papa Clemente VII, infuriato perché Michelangelo, durante il periodo in cui i Medici furono cacciati dalla città, aveva militato come supervisore delle fortificazioni per il breve periodo di governo repubblicano (1527-1530). Ottenuto il perdono della famiglia, Michelangelo tornò libero e riprese nuovamente i suoi incarichi fiorentini. I disegni, ancora oggetto di studio da parte della critica, secondo la tesi di Dal Poggetto furono realizzati durante il periodo di “auto-reclusione” dell’artista che avrebbe utilizzato i muri della piccola stanza per “abbozzare” alcuni suoi progetti tra i quali opere d della Sagrestia Nuova, come le gambe di Giuliano de’ Medici duca di Nemours, citazioni dall’antico, come la testa del Laocoonte, e progetti riferibili ad altre sculture e dipinti

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