Altro atto di terrorismo da Hamas contro Israele, ieri: un video che mostra tre donne prigioniere è stato diffuso tramite i social ed è stato confermato che la 22enne tedesco-israeliana Shani Louk, è stata brutalmente assassinata. Atti “sadici” di “animali barbari” li ha definiti il Presidente israeliano Herzog: “una tragedia” che si somma a quella di tanti altri sequestrati e altri corpi che non è possibile neppure identificare perché sono stati abusati, smembrati e bruciati. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito l’uccisione della giovane tedesca-israeliana Shani Louk un atto che “dimostra tutta la barbarie che sta dietro all’attacco di Hamas.” Scholz, che si trova in visita in Nigeria, ha affermato che per questo Hamas deve essere condotta di fronte alle proprie responsabilità.
Donna attacca Netanyahu
Al video delle donne ostaggio il premier Netanyahu ha risposto che si tratta di una “crudele propaganda psicologica.” “Mi rivolgo a Yelena Tropanov, Danielle Alloni e Rimon Kirscht, – ha aggiunto – che sono state rapite da Hamas-Isis in quello che è un crimine di guerra: io vi abbraccio, il nostro cuore è con voi. Vi abbraccio.” Una delle tre, che ha parlato poco più di un minuto, ha detto: “siamo prigioniere da 23 giorni, ieri c’è stato un incontro con i parenti degli ostaggi, sappiamo che si poteva raggiungere il cessate il fuoco e che avremmo potuto essere rilasciate, avresti potuto impegnarti e invece rimaniamo dimenticate dalla politica, dal governo, dalle forze di sicurezza, a causa di un errore.” Le reti televisive nazionali israeliane non hanno mostrato il video prodotto da Hamas e la Knesset israeliana discuterà domani anche la chiusura della tv satellitare araba al Jazeera nel territorio dello stato ebraico.
Lapid indica i responsabili
Il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha affermato di aver detto al Governo che avrebbe sostenuto qualsiasi tentativo pur di rimpatriare gli ostaggi da Gaza. “Daremo il nostro pieno appoggio a qualsiasi decisione e a qualsiasi passo, nonché a qualsiasi prezzo che porterà al rilascio degli ostaggi.” Lapid ha aggiunto che “lo Stato di Israele non deve fermarsi e non deve mollare la presa finché non avremo ucciso sei persone: Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Haniyeh, Saleh al Aruri, Khaled Meshaal e Marwan Issa.” Ha concluso: “tutti e sei devono morire. Fino alla loro morte, Israele non vendicherà le persone assassinate di Beeri e Sderot, Kfar Aza e Ofakim. Finché non moriranno, il Medio Oriente non capirà che non stiamo scherzando”.
No al cessate il fuoco
Ieri sera il premier Netanyahu, in una conferenza stampa, ha spiegato che Israele continuerà a dare “la caccia ai mostri di Hamas.” “Siamo entrati nella terza fase della guerra”, ha aggiunto, “con l’esercito che avanza in maniera misurata ma molto potente all’interno della Striscia” e poi ha spiegato che la prima fase era stata quella del “contenimento”, poi il “martellamento dal cielo” e ora l’avanzata via terra. Poi ha aggiunto, che “Israele non accetterà la cessazione delle ostilità dopo i terribili attacchi del 7 ottobre”. Parlando in particolare alla stampa estera, quindi ai leader internazionali che hanno chiesto il cessate il fuoco, il primo ministro israeliano ha spiegato che “le richieste di cessate il fuoco sono un invito rivolto a Israele ad arrendersi a Hamas, ad arrendersi al terrorismo, ad arrendersi alla barbarie. Questo non accadrà”. Netanyahu ha affermato che nessuno avrebbe invitato gli Stati Uniti ad accettare un cessate il fuoco dopo l’attacco di Pearl Harbor durante la Seconda Guerra Mondiale: deve esserci una “distinzione morale tra l’omicidio deliberato di innocenti e il tipo involontario di vittime che accompagna ogni guerra legittima.”
I civili non devono morire
Secondo il primo ministro israeliano bombardare un ospedale per errore “non è un crimine di guerra, è una conseguenza tragica di azioni che erano legittime. Durante la seconda guerra mondiale non abbiamo detto agli alleati di non distruggere i nazisti solamente perché per errore una volta avevano abbattuto un ospedale con 44 persone invece di una base militare.” E ha aggiunto: “Non c’è un solo civile che deve morire, Hamas deve lasciarli andare nelle zone sicure che abbiamo creato al Sud, ma loro non permettono che essi vadano via. Stiamo facendo tutto il possibile per evitare le morte dei civili, non solo chiedendo di spostarli, mettendo a disposizione il sostegno militare. Non possiamo dare l’immunità a questi terroristi, a questi selvaggi, non possiamo rinunciare a questa battaglia perché avrebbe conseguenze non solo sul nostro Paese, ma su tutti i paesi. Questa è una battaglia di civilità”.
Hillary Clinton: no al cessate il fuoco
“Le persone che chiedono ora un cessate il fuoco non capiscono Hamas.” Lo ha detto l’ex candidata alla presidenziali americane, Hillary Clinton, nel corso di una tavola rotonda al Baker Institute. “Sarebbe un grande regalo per Hamas”, ha aggiunto Clinton, “perché impiegherebbe tutto il tempo del cessate il fuoco a ricostruire i propri armamenti, creando posizioni forti, per essere in grado di respingere un eventuale attacco da parte degli israeliani.” Mentre la vicepremier e ministra del Lavoro ad interim spagnola, Yolanda Diaz, ha affermato che Israele nella Striscia di Gaza sta commettendo “crimini di guerra”. Diaz, che è la leader della piattaforma progressista Sumar, e che ha stretto un’alleanza con il leader socialista Pedro Sanchez, ha partecipato alla manifestazione che si è tenuta a Madrid a favore del popolo palestinese. Diaz ha chiesto un “cessate il fuoco immediato”.
Commissione Ue: stop Israele
“Nel mese di marzo, gli Stati membri dell’Ue hanno condannato all’unanimità l’espansione degli insediamenti” dei coloni israeliani in Cisgiordania “perché illegale ai sensi del diritto internazionale”. Lo ricorda il servizio del portavoce della Commissione europea, rispondendo per iscritto alle domande che erano state fatte dai giornalisti ieri a Bruxelles, durante il briefing quotidiano dell’Esecutivo comunitario, sulle nuove violenze contro i palestinesi nei territori occupati della West Bank. “L’Ue ha invitato Israele a porre fine a tutto ciò, a prevenire la violenza dei coloni e a garantire che i responsabili siano chiamati a dar conto dei loro atti.”
La guerra
Intanto si continua a combattere tra azioni di guerriglia e attacchi a postazioni militari. Le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di aver ucciso, tra gli altri, quattro membri di spicco di Hamas, tra cui un comandante delle forze navali. Colpi di mortaio sono stati sparati dal Libano contro Israele lungo il confine settentrionale. Aerei da combattimento israeliani hanno colpito una serie di siti nel sud della Siria in risposta al lancio di razzi dalle alture del Golan verso il territorio dello Stato ebraico.
Guerra finanziaria
E si combatte anche sul fronte finanziario: il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich afferma di aver interrotto i fondi all’Autorità Palestinese a causa del suo “sostegno” all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Azioni e reazioni che allontanano le soluzioni. “Che l’Autorità Palestinese (Anp) vada a Gaza e gestisca gli affari di Gaza senza una soluzione politica per la Cisgiordania non lo accetto. Il nostro presidente Mahmoud Abbas non lo accetta. Nessuno di noi lo accetterà”. Lo ha detto il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh, intervistato dal Guardian: “La Cisgiordania ha bisogno di una soluzione”, ha aggiunto Shtayyeh, “e poi di collegare Gaza ad essa nel quadro di una soluzione a due Stati” che deve essere globale e includere elezioni palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, Gerusalemme Est compresa. Mentre il premier libanese uscente Najib Miqati ha parlato di un Libano che sta tentando di tutto per evitare la guerra. “Il Libano è nell’occhio del ciclone e facciamo del tutto perché il paese eviti la guerra,” ha detto Miqati. “La decisione del conflitto è nelle mani di Israele.”
Aiuti umanitari dall’Italia
Sul fronte umanitario qualcosa si muove con più efficacia. Il ministro degli Esteri Tajani e il ministro della Difesa Crosetto hanno inviato in Egitto il primo carico di aiuti destinato a Gaza. “Un gioco di squadra” coordinato dalla Farnesina, con un volo dell’Aeronautica Militare partito dalla base Onu di Brindisi. 16 tonnellate di beni primari destinati ad alleviare le sofferenze dei civili palestinesi. Il Segretario del governatorato egiziano del Nord Sinai, Osama Al-Ghandour, ha affermato che 75 camion di aiuti umanitari sono arrivati ieri sul lato egiziano del valico di frontiera di Rafah. Aiuti che si aggiungono ai 30 camion di aiuti entrati a Gaza nella giornata di domenica. A oggi, dopo lo scoppio della guerra sono arrivati a Gaza 117 camion, mentre prima dell’assedio ogni giorno ne arrivavano circa 500.