mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Europa

Cina e Stati Uniti: le responsabilità di due potenze globali

La visita a Washington del ministro degli Esteri Wang Yi, aperto il dialogo per arrivare a incontro Biden-Xi a San Francisco

Il più alto rappresentante della diplomazia cinese mancava da cinque anni dagli Stati Uniti e per questo la sua visita ha assunto un valore anche simbolico. Lo scorso week-end il ministro degli Esteri, Wang Yi e il segretario di Stato Antony Blinken, hanno concordato di lavorare insieme per arrivare all’auspicabile summit tra Biden e Xi a San Francisco, a novembre in occasione dell’Apec. La Cina, però, accusa gli Stati Uniti di frapporre ostacoli e lo stesso Wang ha affermato che non si arriverà all’incontro in “maniera automatica.”

Vertice Apec

Entrambe le parti auspicano rapporti sempre migliori, lo spazio per la cooperazione rimane ampio, ma il lavoro non manca e i contrari neppure. Il Presidente Biden ha incontrato il ministro Wang, si sono parlati con franchezza, ma il quotidiano Global Times, vicino alla dirigenza cinese, ha riportato una certa “insoddisfazione riguardo la sincerità degli Stati Uniti.” Perplessità reciproche, anche se Biden ci terrebbe molto a distendere i rapporti e ospitare un incontro in occasione del vertice Apec – la Cooperazione Economica Asia-Pacifico – prevista a San Francisco. Un’occasione proprio per portare al centro dell’attenzione le questioni dell’area asiatica e stabilizzare le relazioni con la Cina.

Taiwan nervo scoperto

Ma la Cina bada al sodo e contesta le politiche protezionistiche per l’industria americana, compreso il divieto di vendere semiconduttori. Inoltre c’è il fronte delle guerre aperte: la Cina rivendica posizioni terze, mentre gli Stati Uniti sono decisamente esposti per gli aiuti all’Ucraina e il sostegno a Israele. Per non parlare della questione Taiwan. Il consigliere della sicurezza nazionale, Jake Sullivan, proprio durante la visita di Wang, ha dichiarato che “l’indipendenza di Taiwan” è la più grande sfida per le relazioni diplomatiche (e militari) tra Cina e Stati Uniti. Cosa che ha avuto come controparte le dichiarazioni di Li Haidong, professore della China Foreing Affairs University, secondo il quale gli americani pensano di risolvere “i conflitti interni creando nemici esterni. Questa tendenza significa che ci sarà sempre uno scontro nelle relazioni USA-Cina”.

Falchi e colombe al lavoro

Insomma da entrambe le parti le colombe devono fare i conti con i falchi che stanno cercando di ostacolare gli sforzi di mediazione per arrivare a un eventuale incontro tra i presidenti a San Francisco. Il leader repubblicano al Senato degli Stati Uniti, Mitch McConnell, ha recentemente fatto riferimento a Cina, Russia e Iran come al nuovo “asse del male”. Così come l’ex ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Cui Tiankai, al Forum Xiangshan che si sta tenendo a Pechino, ha osservato che nonostante uno scontro Cina-Usa sia da considerare una catastrofe mondiale, non si può adottare un “atteggiamento disteso”.

Turbolenze in arrivo

Forse segnali più concreti possono aiutare. Dal prossimo inverno, ad esempio, aumenteranno i voli diretti regolari Cina-Usa dagli attuali 48 a 70 a settimana. Paradossalmente anche le guerre in corso richiamano le due grandi potenze alla responsabilità e, meglio, alla corresponsabilità. Certamente avanza anche un periodo turbolento. Nel 2024 ci saranno anche le elezioni a Taiwan e poi le elezioni americane. Comunque, alcuni osservatori fanno notare che il Presidente Xi Jinping ha sempre partecipato alle conferenze dell’Apec e quest’anno l’incontro è a San Francisco e non ci sarebbero motivi eclatanti per un’assenza eclatante. Motivo per il quale anche il ministro Wang, negli Stati Uniti, ha usato toni moderati e concilianti: “abbiamo disaccordi; abbiamo differenze. Allo stesso tempo, condividiamo anche importanti interessi comuni e affrontiamo sfide a cui dobbiamo rispondere insieme”.

Visite distensive

Biden, da parte sua, ha sottolineato che “sia gli Stati Uniti che la Cina devono gestire la concorrenza nelle relazioni in modo responsabile e mantenere linee di comunicazione aperte” e “che gli Stati Uniti e la Cina devono lavorare insieme per affrontare le sfide globali.” Risultato di queste dichiarazioni distensive, che fanno ben sperare, sono anche le visite che si sono succedute in breve tempo di alte autorità statunitensi in Cina; dal segretario al Tesoro Janet Yellen (inizio luglio 2023), all’inviato speciale per il clima John Kerry (fine luglio 2023) al segretario al Commercio Gina Raimondo (agosto 2023). Ora ha ricambiato il ministro Wang Yi.

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