Abbiamo più volte scritto sul perché la Sanità pubblica debba tornare nelle mani dello Stato e, dopo tanto insistere, finalmente altre voci si aggiungono al nostro appello. È il caso del Sindacato generale dei medici italiani che, per bocca del suo Segretario,Pina Onotri, dichiara che le Regioni manifestano troppe criticità organizzative e che per difendere gli operatori sanitari è necessario che la Sanità torni ad essere nazionale.
“Non possiamo non rilevare, nell’ambito delle crisi sanitaria aperta dalla diffusione del coronavirus, le gravi défaillance delle Regioni che stanno mostrando tutta la loro fragilità con un’impreparazione totale”.
Per Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani: “Occorre una vera inversione di rotta per il Ssn”. La presa di posizione contro la gestione della sanità da parte delle Regioni è chiara e, secondo il sindaco dei medici, è motivata dalle frammentazione, dai tentennamenti e iniziative contrastanti prese dalle giunte regionali. Così Onotri le sottolinea rimarcandole negativamente, “le gravi défaillance delle Regioni che stanno mostrando tutta la loro fragilità con un’impreparazione totale”.
La responsabile del Sindacato nazionale dei medici proprio da questa situazione, a suo giudizio negativa delle regioni sull’emergenza Corinavirus, lo Stato dve ripensare il regionalismo sanitario.
Una svolta che il SMI sollecita. “Speriamo”, sottolinea Pina Onotri, “in questo senso, che questa situazione di grave crisi sanitaria porti di buono ad un forte ripensamento del regionalismo sanitario, delle autonomie differenziate e rilanci il sistema sanitario nazionale, universale, pubblico, l’unica grande infrastruttura sociale che può salvare l’Italia da queste gravi minacce alla salute dei cittadini italiani. È quello che abbiamo sempre sostenuto e che ribadiamo con forza in questo momento”.
Il Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, inoltre, non risparmia nemmeno la generale gestione dell’emergenza, con le carenze e lacune logistiche che si sono verificate unite ad una informazione sociale carente. “C’è carenza di mascherine in tutto il Paese, perché non è disponibile un quantitativo sufficiente per tutti quelli che ne hanno bisogno, questo si è capito molto bene in questi giorni”, evidenzia Pina Onotri, “Il Governo deve chiarire, con una campagna d’informazione che le mascherine servono per i soggetti che risultano essere sintomatici, per le persone che hanno patologie gravi, per gli operatori sanitari al fine di contrastare la diffusione della malattia e per non far rimanere sguarniti le strutture del Ssn.
Si ponga, anche, un freno alla vendita illecita di dispositivi di protezione a prezzi astronomici. Risulta essere immorale che in un momento del genere ci sono persone che pensano di arricchirsi”. Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, passa anche in rassegna i mali che affliggono la sanità pubblica, e i rischi degli operatori sempre più esposti a casi di violenza.
“Siamo al fianco di tutti gli operatori sanitari”, racconta, “che sono l’anello debole della catena sui cui si riversano tutte le criticità, ma che stanno dando, ancora una volta, prova di grande abnegazione, di coraggio e di dedizione alla professione. Davanti alla drammaticità della situazione rivolgiamo un ulteriore appello alle forze politiche che in tanti mesi non sono state capaci di approvare una legge contro la violenza agli operatori sanitari.
Una misura”, sollecita la Onotri, “quanto mai urgente alla luce dell’ultimo grave episodio avvenuto ieri all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, dove il Pronto Soccorso è stato distrutto da familiari ed amici di un giovane deceduto in un conflitto a fuoco con un carabiniere in borghese”.
Con un filo di orgoglio di categoria il Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani lancia un appello alle istituzioni: “I medici dicono basta. Ricordatevi di noi quando siete in Parlamento; ricordatevi di noi”, conclude Pina Onotri, “quando siamo a rinnovare i contratti per discutere di tutele che ci vengono negate per mancanze di fondi; questo è il momento per una vera e propria inversione di rotta per il nostro Ssn. Dire grazie non basta”.