Il settore della Sanità potrà beneficiare di nuove risorse con l’approvazione della Manovra economica 2024. A confermarlo è Orazio Schillaci, Ministro della Salute, in occasione del convegno Fnomceo per i 45 anni del Ssn. In particolare, sono stanziati “3 miliardi per il 2024, che vanno sommati ai 2,3 miliardi previsti nella precedente legge di bilancio”. Sono risorse prevalentemente destinate “al rinnovo dei contratti di lavoro del personale sanitario, dipendente e convenzionato”.
Le cifre e le necessità del Ssn
Si prevede poi, con la Manovra, lo stanziamento di 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi per il 2026. Di conseguenza il Fabbisogno Sanitario Nazionale sale a 134 miliardi per il 2024, 135,3 miliardi per il 2025 e 135,5 miliardi per il 2026. Nel dettaglio, la somma prevista per l’anno a venire pari a 2,3 miliardi, dovrebbe essere destinata ai rinnovi contrattuali 2022-2024 del personale dipendente e convenzionato.
Misure previste
Nello specifico, verranno messe a punto misure per l’abbattimento delle liste d’attesa, ma è anche previsto l’aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie dai privati, in modo da smaltire più velocemente quella domanda di cure che le strutture pubbliche non riescono a soddisfare. Inserito anche il finanziamento per l’aggiornamento dei Lea.
Colmare gap inflattivo
Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed Pierino, così commenta i contenuti per la sanità contenuti nella Manovra: “Riconosciamo il grande sforzo compiuto per ottenere 2,3 miliardi per il rinnovo dei contratti, cifra 4 volte superiore a quella stanziata per l’attuale Ccnl che, se fossero destinati interamente ai medici e dirigenti sanitari, rappresenterebbero un risultato che va nella direzione di quanto richiediamo da tempo, per quanto ancora non sufficienti a colmare il gap inflattivo”.
Sanità in ‘coma’
L’Anaao Assomed ribadisce quindi la richiesta di “un segnale importante e immediato per i medici e i dirigenti sanitari che di quel sistema di cure di cui oggi si parla tanto come di una priorità, sono i principali attori: detassare o aumentare l’indennità di specificità medica e sanitaria per sancire nei fatti un riconoscimento, non solo economico, all’intera categoria.” Su proposte ragionevoli, assicura Di Salverio, “daremo il nostro contributo”. In conclusione il segretario suggerisce di “ripensare al decreto legislativo 502 del 1992, che ingabbia i medici, i dirigenti medici e sanitari. L’unico modo per uscire dal coma della sanità è lavorare di concerto con le parti sociali”.