giovedì, 21 Novembre, 2024
Economia

Lagarde: tassi fermi ma tagli lontani

Il tasso sui rifinanziamenti resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. È la “pausa” e, sospirata decisione della Banca centrale europea, che non ritoccherà i tassi. Uno stop che arriva dopo una lunga sequenza di aumenti, per la precisione dieci, che avevano suscitato nei governi e mercati europei, nelle Associazioni di categoria, apprensioni e rimostranze.

L’obiettivo resta il 2%

La decisione di non ritoccare i tassi è arrivata ieri al termine della riunione dei vertici Bce svolta ad Atene. L’Istituto presieduto da Christine Lagarde, in una nota, sottolinea che i tassi “sono a livelli che, mantenuti per una durata sufficientemente lunga, daranno un importante contributo”, alla lotta all’inflazione. L’obiettivo resta il riportare l’inflazione dentro l’argine del 2% nel medio termine. Lo stop ad un ulteriore aumento è da considerarsi una pausa in attesa dei dati di ottobre. Secondo gli analisti finanziari, infatti, bisognerà verificare se l’andamento dell’inflazione previsto dai modelli sia confermato dalla realtà. Lo si vedrà già nelle prossime settimane.

A novembre nuova decisione

L’approccio della Bce sarà sul filo dei dati e. come si sottolinea, si deciderà “riunione per riunione”. Un metodo che è stato illustrato ieri in conferenza stampa, dalla presidente Christine Lagarde che ha osservato come la gittata dei provvedimenti messi in campo, ossia la durata dei tassi alti, non è stata ancora quantificata ma ha puntualizzato Lagarde sarà, “sufficientemente lunga”. Con una ulteriore osservazione che segnala come il raffreddamento dell’inflazione resta ancora una priorità. Così come l’idea di un taglio del costo del credito, ha precisato la presidente della Bce, è “assolutamente prematura”.

Dal lavoro scenario positivo

Lo scenario ipotizzato dalla Banca centrale europea è ancora quello di una inflazione alta, mentre le flessioni registrate negli ultimi giorni, potrebbero, rivelarsi anche degli aggiustamenti statistici. Una raffreddamento dovuto all’andamento dei prezzi energetici al ribasso, ma le tensioni geopolitiche e con due guerre in corso potrebbero far di nuovo impennare i prezzi. Da questo presupposto la Banca centrale europea fa capire che nulla è dato per scontato. D’altronde non è un mistero che la Bce si attenda ancora che l’inflazione resti “a livelli troppo alti per troppo tempo”. Nel frattempo l’andamento del mercato del lavoro resta su un terreno positivo, tanto da mitigare i rischi sulla crescita, che per Lagarde, restano orientati al ribasso. In particolare per la leader della Bce è di aiuto “la resilienza del mercato del lavoro può sostenere la fiducia di famiglie e imprese”.

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