mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Salute

Assistenza sociosanitaria territoriale. Nuovi programmi di supporto per i pazienti

“Il vero cambio di paradigma nell’assistenza sociosanitaria territoriale, è il passaggio da un processo di cura guidato dalla patologia ad un percorso di cura che metta al centro il paziente.”

Lo ha dichiarato Gennaro Sosto, direttore generale ASL Salerno e presidente di Federsanità Anci della Campania, nel suo contributo a margine dell’evento della Confederazione delle Associazioni Regionali di Distretto, la Società Scientifica delle attività Sociosanitarie territoriali.

Secondo studi condotti sia in Europa che negli Stati Uniti, infatti, è altissima la percentuale di pazienti che sospende le cure prima del tempo o non le assume in modo corretto. Le cause sono molteplici, e vanno dalla scarsa informazione riguardo gli effetti dei farmaci fino alle condizioni del paziente stesso. Nel caso di una persona anziana, per esempio, sarà difficile ottenere un’aderenza del 100%, a causa di dimenticanze e fraintendimenti. Anche i pazienti affetti da malattie croniche sono tra i più problematici da questo punto di vista. Vessati da anni di sintomi e cure con effetti collaterali anche importanti, hanno un atteggiamento passivo e di sfiducia verso la terapia, andando a minare l’efficacia delle cure a cui si sottopongono.

È in questo scenario che si inseriscono i Programmi di Supporto per i pazienti,

“Il Distretto sanitario, ha sottolineato Sosto, è il perno su cui gira la riorganizzazione della sanità territoriale oltre che tutti i percorsi di integrazione socio sanitaria tra le ASL e i Comuni.

L’obiettivo deve essere quello di passare da una logica prestazionale alla presa in carico diffusa e multiprofessionale, soprattutto per alcune zone del territorio nazionale dove lo spopolamento e la distanza con i punti di erogazione dei servizi sanitari mette in discussione il concetto cardine dell’equità per la salute.”

Occorre avviare modelli costituiti da una serie di servizi di assistenza personalizzati in base alle esigenze del paziente. Mettendolo al centro del processo, coinvolgendolo e informandolo riguardo al proprio percorso di cura, egli sarà più predisposto a seguire la terapia e di conseguenza migliorerà anche l’efficacia delle cure.

Poiché ogni paziente è diverso, non esiste un modello uguale all’altro, ma in tutti si ritrovano alcuni punti fondamentali:

  • Il primo step è il dialogo: comprendere lo stato fisico e mentale del paziente, focalizzare le sue esigenze specifiche, le sue avversioni e predisposizioni; questi sono gli elementi sui quali si costruisce il progetto di assistenza.
  • Il personale si occuperò di seguire il paziente per l’assunzione della terapia, nelle modalità a lui più congeniali (visite a domicilio, telefonate, SMS, notifiche via app).
  • Si coinvolge il medico curante, insieme al quale si decide come impostare la gestione del paziente, con un approccio personalizzato in modo da massimizzare l’aderenza alla terapia e l’efficacia delle cure.
  • Il personale è pronto a rispondere alle richieste e alle preoccupazioni dei pazienti anche 24 ore su 24.
  • Si tende inoltre a ridurre al minimo gli spostamenti del paziente verso le strutture ospedaliere, garantendo assistenza a domicilio.

Tali accorgimenti fanno sì che il paziente viva la propria terapia con più serenità, ma soprattutto con maggiore consapevolezza.

Si innesca così un circolo virtuoso: più motivato, il paziente si attiene con più costanza alla terapia, che dunque dà più risultati. Notando l’efficacia delle cure, il paziente è ancora più spinto a seguirle diligentemente.

Anche il il medico e il caregiver traggono dei benefici: il primo sa che il paziente è seguito costantemente e riceve aggiornamenti puntuali, il secondo si vede alleggerito di alcune mansioni gravose, come l’accompagnamento nelle strutture ospedaliere.

La conclusione che possiamo trarre è che il paziente coinvolto nel proprio percorso di cura e seguito secondo le sue necessità è più portato a seguire la terapia, con un aumento di efficacia delle cure.

“Si tratta di nuovi modelli, ha precisato Sosto, dove gli operatori sanitari e sociosanitari, volontariato e istituzioni rappresentano il collegamento fra residenti e servizi. In questo senso, due sono gli elementi determinanti del design dei Servizi: i professionisti e la tecnologia.”

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