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Il burattinaio Iran, la guerra per procura e l’azzardo di Erdogan

giovedì, 26 Ottobre 2023
1 minuto di lettura

Fin dove si spingerà l’azione temeraria di Teheran che mira a incendiare il Medio oriente, scardinare qualsiasi ipotesi di pacificazione tra Israele e Paesi arabi e trascinare gli Stati Uniti in un conflitto solo apparentemente regionale?

I teocrati sanguinari che opprimono il popolo iraniano dal gennaio del 1979, sono scaltri e cinici manovratori delle pedine sullo scacchiere mediorientale. Si alleerebbero anche col diavolo pur di ottenere i loro obiettivi. Non è un caso che loro, sciiti intransigenti, aiutino quelli che dovrebbero essere loro nemici giurati, i sunniti che militano in Hamas. Magari, Alì il cugino e genero di Maometto si rivolterà nella tomba ma tutto fa brodo quando si tratta di provare a distruggere Israele.

Ieri a Beirut la triade del terrore, Hezbollah, Jihad islamica e Hamas si è riunita per pianificare le prossime mosse in un salottino dove grandeggiavano le foto di Khomeini e Khamenei. Come dire, se non lo avete ancora capito ve lo facciamo vedere.

L’Iran ha dunque tre gruppi terroristici che agiscono come il suo braccio armato e conducono una guerra contro Israele in cui il vero soggetto ispiratore non sono i palestinesi -di cui alla triade del terrore importa nulla- ma sono gli ayatollah. Il loro gioco è chiaro: seminare zizzania tra Israele e i Paesi arabi, mandare a monte il dialogo tra Tel Aviv e Riyad, rinfocolare l’ostilità contro Israele delle piazze arabe, mettendo in difficoltà i vari regimi a cominciare da quello di al Sisi in Egitto e costringere Biden a impegnarsi con Israele inimicandosi i Paesi arabi e indebolendo il sostegno all’Ucraina.

L’Iran non sparerà un solo colpo ma ha inviato e invierà missili e armi di ogni genere, anche droni, alla triade del terrore. Il calcolo è sbagliato. Perché gli Stati Uniti non attaccheranno l’Iran ma daranno a Israele tutti i mezzi per poter colpire la testa del serpente se sarà necessario. E sarà necessario se Hezbollah passerà da qualche azione di disturbo ad un massiccio attacco missilistico. Si calcola che rispetto ai 2000 razzi lanciati da Hamas il 7 ottobre, Hezbollah potrebbe lanciarne ben 8000 mettendo fuori gioco l’Iron Dome che ne potrebbe intercettare solo il 20%. E il 60% di 8000 sono 4800 missili che cadrebbero nel giro di un’ora su Israele. In questo scenario, si inserisce la cinica sortita di Erdogan leader del populismo islamico manovriero che si è schierato con Hamas per conquistare le simpatie delle piazze arabe. Si tratta di uno dei tanti colpi di testa che il Sultano compie. Ma stavolta la mossa potrebbe essere un boomerang: se per lui Hamas non è terrorista ma forza di liberazione vuol dire che anche i curdi non sono terroristi ma forza di liberazione. Conviene a Erdogan questo azzardo?

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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