sabato, 16 Novembre, 2024
Europa

La Serbia acquista armi dalla Cina. Unione europea preoccupata

La Cina ha stretti legami con la Serbia fondati sull’”amicizia corazzata”, come rimarca il ministro della Difesa serbo, Milos Vucevic, in una intervista al quotidiano cinese Global Times. I due paesi stanno già preparando la celebrazione del 70esimo anniversario dell’instaurazione dei rapporti diplomatici tra loro e il ministro ha espressamente dichiarato di essere “profondamente grato per il sincero sostegno della Cina alla preservazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Serbia” e aggiunge: “nonché per la posizione sempre coerente e di principio sulla questione Kosovo-Metohija”.

Acquisto di armi

Il ministro Vucevic ha ricordato il bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado durante la guerra del 1999 e si è detto “grato” al popolo cinese per il sostegno e ha confermato “l’acquisto di armi e equipaggiamenti”, compresi missili antiaerei e droni. Si tratta del sistema missilistico antiaereo a medio raggio FK-3 e gli UAV cinesi CH-95 e CH-92A. “Stiamo acquisendo capacità che non avevamo”, ha spiegato Vucevic, proprio grazie alla Cina e con l’obiettivo di “garantire l’indipendenza della Serbia.” Funzionari statunitensi hanno già messo in guardia Belgrado dall’acquisto di sistemi missilistici HQ-22, la cui versione di esportazione è nota come FK-3. Hanno detto che se la Serbia vuole davvero entrare a far parte dell’UE e di altre alleanze occidentali, deve allineare il suo equipaggiamento militare con gli standard occidentali.

Armarsi per difesa

Indirettamente il ministro della Difesa serbo risponde che “coloro che sostengono che la consegna di armi cinesi ha alterato l’equilibrio militare regionale normalmente non fanno commenti quando si tratta dei nostri vicini che si armano con aerei, sistemi missilistici di artiglieria, veicoli corazzati, sistemi anti-corazzati o droni il cui scopo è il completo opposto della difesa.” “La Serbia”, ha aggiunto, “continuerà ad equipaggiare le sue forze armate e a migliorare le sue capacità di difesa per essere in grado di affrontare adeguatamente tutte le sfide, i rischi e le minacce alla sicurezza e preservare il nostro popolo e il nostro Paese”. Taiwan è Cina Vucevic ha anche affrontato la questione Taiwan, e ha citato il “suo” Presidente, Aleksandar Vucic, che “condanna tutti i tentativi di minacciare l’unità della Cina”. La Serbia, ha spiegato, il ministro della Difesa, sosterrà “fermamente la preservazione dell’unità” del territorio cinese perché “per noi esiste un solo governo con sede a Pechino e consideriamo l’isola di Taiwan come parte integrante della Cina.” “Consideriamo la Cina un nostro amico tradizionale e di lungo termine in questi tempi difficili, ma anche uno dei fattori cruciali che contribuiscono alla pace e alla stabilità globale, come è stato dimostrato innumerevoli volte con la politica cinese in tempo di pace e le sagge mosse politiche.” Vucic ha definito la Cina “un partner strategico” e ha annunciato lo sviluppo di cooperazioni nell’ambito militare-economico, militare-medica e militare-educativa. Insomma una prospettiva di lungo termine nonostante il Paese si sia candidato a entrare nell’Unione europea.

Ue: condannare atti terrorismo

Intanto nei giorni scorsi proprio il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri dell’Ue ad adottare misure restrittive mirate contro la Serbia in relazione all’attacco terroristico del 24 settembre scorso, nel nord del Kosovo, compiuto da paramilitari serbi. L’eruoparlamentare croato, Tonino Picula, portavoce dei Socialisti e Democratici europei per gli affari esteri e negoziatore della risoluzione su Serbia e Kosovo, ha condannato “il vile attacco terroristico con la massima fermezza, è un momento spartiacque, senza precedenti dal dopoguerra. Ciò richiede serie conseguenze politiche, come sanzioni mirate contro gli attori destabilizzanti nel nord del Kosovo”. “Il continuo rapporto stretto della Serbia con la Russia e la Cina – ha concluso – solleva seri interrogativi sulla direzione strategica del Paese. Restiamo molto preoccupati per l’influenza destabilizzante delle autorità serbe, guidate dal presidente Aleksandar Vucic, sull’intera regione.” Picula ha inoltre dichiarato che l’aumento delle truppe serbe al confine con il Kosovo è molto preoccupante e ha chiesto alla Nato di elaborare un piano di contenimento per il nord del Paese e ai Paesi dell’UE di dispiegare ulteriori truppe “senza indugio”.

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