Paura, angoscia, depressione, ansia, disturbi del sonno e disagio nella sfera emotiva sono aspetti molto diffusi nelle persone malate di cancro. In molti casi tali problemi non sono transitori, indipendentemente dal tipo di tumore, dallo stadio della malattia e dalla fase delle terapie. Come precisato dall’Aiom, Associazione Italiana di Oncologia Medica, oltre il 50% dei pazienti oncologici e oltre il 20% di chi è guarito mostra sintomi di disagio psichico, ma solo una minoranza ottiene l’aiuto necessario. Eppure, il benessere psicologico aiuta le cure ed influisce sulla sopravvivenza dei pazienti. A porre al centro del dibattito il legame tra salute mentale e malattia è proprio l’Aiom nella giornata di apertura della terza edizione del Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo), in corso di svolgimento a Madrid, chiedendo più risorse per il settore della psiconcologia.
L’appello dell’Aiom
Il Congresso Esmo è un punto d’incontro per gli esperti internazionali di oncologia medica per conoscere gli ultimi sviluppi nel trattamento dei tumori, insieme all’applicazione delle più recenti tecnologie e innovazioni nella terapia curativa delle malattie oncologiche. Nella giornata iniziale di questo importante convegno europeo arriva dunque l’appello dell’Aiom “perché l’assistenza psiconcologica nel nostro Paese venga concretamente offerta a tutte le persone che ne hanno bisogno”. Saverio Cinieri, presidente Aiom, ha spiegato: “Disturbi d’ansia e depressivi interferiscono in maniera significativa sia con l’adesione alle cure sia con la qualità della vita, dei pazienti e dei loro familiari. Ad esempio, uno studio ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia post-operatoria per cancro al seno: tra le donne con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di fare chemio. E un’altra ampia analisi su 9.417 persone con diversi tipi di neoplasie ha rivelato che i tassi di mortalità erano fino al 25% più elevati in pazienti con sintomi depressivi e fino al 39% in chi soffriva di depressione maggiore o minore”.
Il ‘distress emozionale’
Gabriella Pravettoni, professore di Psicologia delle Decisioni all’Università degli Studi di Milano e direttore della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia, intervenendo al convegno ha evidenziato: “Il 10% delle persone con tumore è colpito da ansia, il 20% da depressione, il 50% sviluppa disagio psicologico, ma il cosiddetto ‘distress emozionale’ viene individuato e curato solo nella minoranza di casi: si stima che più del 70% delle persone con cancro affette da depressione non riceva alcuna terapia psicologica – prosegue Gabriella Pravettoni, precisando – In Europa solo il 37% dei Paesi stanzia un budget specifico da destinare al supporto psiconcologico. In Italia, lo psicologo dedicato all’oncologia è presente ‘sulla carta’ in circa la metà dei centri, ma meno di un paziente su 5 riceve effettivamente questo tipo di supporto.
L’assistenza psiconcologica
In merito al Piano Oncologico Nazionale 2023-2027, Cinieri dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica ha confermato: “Questi bisogni troppo spesso non vengono rilevati, quindi, non sono trattati in modo opportuno. Il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 non prevede alcuna risorsa per l’assistenza psiconcologica. È provato che i programmi di supporto psicologico, laddove necessari, hanno riflessi positivi sul benessere soggettivo e sul decorso della malattia, perché influenzano l’aderenza alle terapie, la relazione medico-paziente e quella con i familiari. A volte bastano poche sedute, alcuni suggerimenti utili o un depliant con delle informazioni e i contatti di psiconcologi a cui rivolgersi nel caso lo si desideri”.
Individuare subito il disagio psicologico
“La sofferenza psicologica dovrebbe essere rilevata subito, – aggiunge Pravettoni dell’Istituto Europeo di Oncologia – quando la persona viene in ospedale. Questo ‘sesto parametro vitale’ dovrebbe essere misurato insieme a frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea, pressione arteriosa, saturazione sanguigna. In base poi alla singola persona, alla sua situazione, si può scegliere la cura più idonea: ricerche scientifiche hanno dimostrato che yoga, esercizio fisico, tecniche di rilassamento e meditazione sono utili nell’alleviare stanchezza cronica, stress, ansia e possono migliorare la qualità del sonno, spesso disturbata. Poi, ovviamente, ci sono la psicoterapia (individuale e di gruppo) e gli psicofarmaci, se e quando indicati”.