Il lavoro di squadra tra Masaf, Agea, Regioni e Centri di Assistenza Agricola registra “un grande successo con il via libera al pagamento degli anticipi Pac (Politica agricola comune), prevedendo l’erogazione di 2,4 miliardi entro 45 giorni a oltre 700mila aziende agricole, e mette a disposizione delle aziende liquidità fresca in una fase assai complicata per il settore”. Questa la dichiarazione del CAA-Cia all’uscita dall’incontro che si è tenuto all’interno del dicastero di via XX Settembre.
Obiettivo raggiunto
“Un risultato che non era scontato, considerando la riforma della Pac e le modifiche dei meccanismi di calcolo, dichiara il CAA-Cia. “Abbiamo lavorato duramente per riuscire a inserire ogni variabile che compone la nuova programmazione, anticipando i controlli satellitari e quelli in campo, per sostenere gli agricoltori non solo con il pagamento del primo pilastro ma anche, per la prima volta, dello sviluppo rurale”.
Agevolare il lavoro dell’Ue
Inoltre, fa sapere il CAA-Cia, questo lavoro di anticipo dei controlli e di consolidamento delle informazioni satellitari “consente di affrontare meglio la questione dei recuperi finanziari da parte dell’Ue, mentre per il futuro si sta ragionando con le Regioni su sistemi informatici armonizzati con dati disponibili in tempo reale, un’azione necessaria sia per i pagamenti che per le politiche agricole nazionali ed europee”.
Sostenere l’agricoltura
Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Cia, Cristiano Fini: “Voglio ringraziare la rete e gli operatori del CAA-Cia per l’impegno e il lavoro costante nel portare a meta l’obiettivo. Questo è un momento molto difficile per l’agricoltura, tra crisi climatiche e fitosanitarie, guerre, inflazione e costi di produzione alti; quindi, l’arrivo degli anticipi Pac rappresenta una grande boccata d’ossigeno per le aziende, che resistono e vanno avanti, ma chiedono anche sostegni e risposte certe, come ribadiremo anche alla nostra manifestazione nazionale, in programma a Roma il 26 ottobre, per dire ‘non toglieteci il futuro’”.