Israele ha smentito la versione di Hamas sulla vicenda dell’ospedale di Al-Ahli dove, ieri sera, sono morte trecento, ma alcune fonti parlano di 500, persone tra cui molte donne e bambini. L’Esercito israeliano (Idf) di fronte alle accuse rivoltegli da Hamas, ha smentito che l’ospedale fosse un obiettivo e ha pubblicato un video nel quale si fa notare che non c’è nessun cratere. “L’ospedale”, dicono i militari israeliani “non era un edificio sensibile e non era un obiettivo dell’esercito. L’Idf sta indagando sulla fonte dell’esplosione e, come sempre, dà la priorità, all’accuratezza e l’affidabilità. Esortiamo tutti a procedere con cautela nel riferire affermazioni non verificate di una organizzazione terroristica”. Sulla base di “informazioni di intelligence, la causa dell’esplosione all’ospedale di Gaza è un fallito lancio di un razzo della Jihad Islamica”, sostiene l’Idf che aggiunge: “l’analisi dei sistemi operativi dell’Idf mostra che uno sbarramento di razzi nemici è stato lanciato verso Israele, passando vicino ad un ospedale, che è stato colpito. Secondo le informazioni d’intelligence, provenienti da diverse fonti, la Jihad Islamica palestinese è responsabile del fallito lancio che ha colpito l’ospedale”. La strage arriva a poche ore dalla visita del Presidente degli Stati Uniti in Israele. Il viaggio prevedeva anche la tappa in Giordania, ma l’incontro con il re Abdullah è stato annullato, così come quello con il Presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen. Proteste sono scoppiate ad Amman davanti l’ambasciata di Israele e a Ramallah contro la stessa Autorità palestinese.
Le Chiese: indignazione e shoch
Forti le condanne da tutto il mondo per la strage di donne e bambini. L’arcivescovo di Canterbury Justin Welby: “l’ospedale Ahli è gestito dalla Chiesa anglicana. Piango con i nostri fratelli e sorelle: per favore pregate per loro. Rinnovo il mio appello affinché i civili siano protetti in questa guerra devastante. Che il Signore Dio abbia pietà”. Proprio ieri alla Lambeth Palace – cuore della Comunione Anglicana – l’imam di Leicester, sheikh Ibrahim Mogra e il rabbino della New North London Synagogue Jonathan Wittenberg si erano uniti all’arcivescovo di Canterbury per la preghiera per la pace. “Non possiamo permettere che i semi dell’odio e del pregiudizio vengano seminati di nuovo nelle nostre comunità”, ha detto Welby. Durissima condanna del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc) che ha espresso “indignazione e shock” per la notizia dell’attacco all’ospedale Al-Ahli a Gaza. La notizia della strage all’ospedale anglicano ha suscitato “sgomento” all’interno della piccola comunità cristiana gazawa, in larga parte rifugiata nella parrocchia latina della Sacra Famiglia.
Gli aiuti internazionali
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto “inorridito”. Prima di partire alla volta di Pechino per partecipare al Forum della Belt and Road, Guterres ha affermato di aver fatto appello ad Hamas per il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi, e a Israele affinché consenta un accesso immediato e senza restrizioni all’assistenza umanitaria per Gaza. Ma Israele, anche questa mattina, ha diramato appelli perché la popolazione della Striscia si sposti verso sud, in particolare nell’area di al-Mawasi, verso la quale “saranno incanalati gli aiuti umanitari internazionali.”