In Cina Putin può andarci liberamente perché non è tra i Paesi che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma con l’obbligo di collaborare con la Corte Penale Internazionale che ha spiccato un mandato di cattura per il leader sovietico per il rapimento di migliaia di ragazzini ucraini. Per sfuggire al mandato, quest’anno lo zar ha dovuto rinunciare al vertice Brics di Johannesburg e al G20 di New Delhi. Mentre è l’ospite d’onore del terzo Forum del BRI (Via della Seta) pur non essendoci mai entrato. Un, relativo, successo quindi per il capo del Cremlino che, a breve, avrà anche una campagna elettorale da affrontare. Si muovono i leader delle grandi potenze al cospetto di un mondo in ebollizione: guerra russo-ucraina, guerra israelo-palestinese, cambiamento climatico globale, terrorismo internazionale e instabilità economica, Cina compresa. Gioco forza va trovato un punto di equilibrio, soprattutto con l’Occidente.
Colloquio “lungo” Putin-Xi
Oggi Putin, alla plenaria del Forum, parlerà subito dopo il padrone di casa e poi si fermerà a colloquio “lungo” con Xi Jinping, con il quale ha una buona intesa, ma sa anche che gli interessi cinesi sono anche in Europa e negli Stati Uniti. Proprio il leader Xi, la settimana scorsa, non ha mancato di dire a una delegazione di senatori americani: “abbiamo mille ragioni per migliorare le relazioni con gli Stati Uniti, ma nessuna per rovinarle.” E, infatti, la diplomazia cinese e quella statunitense stannolavorando per organizzare il viaggio di Xi Jinping a San Francisco a novembre, per un faccia a faccia con Joe Biden.
Possibili iniziative di pace
Quella di ieri e oggi, evidenziano molti osservatori, è una visita che sottolinea il sostegno economico e diplomatico al Cremlino da parte della Cina, che non ha mai condannato l’invasione russa dell’Ucraina, ma ha anche sempre mantenuto una certa equidistanza, soprattutto nella fornitura di armi, tanto che nei giorni scorsi Putin è dovuto ricorrere al dittatore coreano Kim Jong-un. I due leader, russo e cinese, metteranno a punto anche una strategia per iniziative di pace riguardo il Medio Oriente. Fino a ieri, infatti, il portavoce del Cremlino, Demitrii Peskov si era spinto a dire che la Russia non aveva ancora le idee chiare in merito al conflitto israelo-palestinese. “Un’iniziativa di pace deve essere elaborata con tutti, deve essere discussa, è necessario comprendere le posizioni delle parti, è necessario comprendere tutte le tendenze”, ha spiegato Peskov che, però ha aggiunto: Putin probabilmente ha già elaborato “un’opinione sui risultati delle conversazioni telefoniche e ne discuterà con i colleghi cinesi.” E intanto l’inviato speciale del governo cinese per la questione del Medio Oriente Zhai Jun visiterà l’area di crisi questa settimana. Mao Ning, portavoce del Ministero degli Esteri, ha affermato che lo scopo della visita di Zhai Jun è raccogliere il consenso della comunità internazionale, sollecitare le parti interessate a cessare il fuoco e la violenza e promuovere un raffreddamento della situazione, al fine di creare le condizioni necessarie condizioni per una soluzione politica.
Bri ostacolato dall’Occidente
Putin interverrà oggi al Belt and Road Forum dopo Xi, confermando l’amicizia con la Cina e le relazioni, politiche e commerciali, così come, l’ho ha detto ieri: le relazioni della Russia con molti Paesi europei vengono “mantenute e sviluppate” nonostante le sanzioni e “uno di questi Paesi è l’Ungheria”. Putin, tra l’altro, ieri a Pechino ha incontrato il primo ministro ungherese Viktor Orban. Quanto alla Bri, il Global Times, ha scritto che “gli Stati Uniti e l’Occidente sono stati molto vigili nei confronti della Bri, versando costantemente acqua sporca e indebolendola negli ultimi dieci anni. Tuttavia, il risultato finale è che la cerchia degli amici della Bri si sta allargando. A giugno 2023, la Cina aveva firmato più di 200 accordi di cooperazione Bri con più di 150 paesi e 30 organizzazioni internazionali in cinque continenti”.