Monsignor Giorgio Gallaro è il nuovo segretario della Congregazione per le Chiese Orientali. Lo ha nominato il Papa. Il presule sinora è stato vescovo dell’Eparchia di Piana degli Albanesi di Sicilia e consultore del dicastero stesso. Il neo segretario è originario di Pozzallo, in provincia di Ragusa, che ricade nella giurisdizone della Diocesi di Noto, il 16 gennaio 1948. Dopo gli studi per la preparazione al sacerdozio, svolti al seminario di Noto, nel 1968 si trasferisce con la famiglia a Los Angeles, qui completa i corsi teologici, presso il seminario di San Giovanni.
Nel 1971 è ordinato diacono, mentre il 27 maggio 1972 è ordinato presbitero dall’arcivescovo Timothy Manning per l’arcidiocesi di Los Angeles. Dopo l’ordinazione presta servizio per otto anni in due comunità parrocchiali dell’Arcidiocesi. Compie gli studi superiori presso il Pontificio istituto orientale di Roma e alla Pontificia università “San Tommaso d’Aquino”, dove consegue la licenza in teologia ecumenica e il dottorato in diritto canonico orientale.
Nel settembre 1987 è incardinato nel clero dell’eparchia di Newton dei Melchiti. Svolge, poi, il suo ministero anche nell’eparchia di Stamford e nell’arcieparchia di Pittsburgh; dove ricopre gli incarichi di sincello per gli affari canonici, di vicario giudiziale e di insegnante di diritto canonico e teologia ecumenica al seminario bizantino cattolico dei Santi Cirillo e Metodio; è anche giudice d’appello per l’arcieparchia di Filadelfia degli ucraini. Nel 2011 diviene vicepresidente della società per il diritto delle Chiese orientali e, nel 2013, consultore della Congregazione per le Chiese orientali. Il 31 marzo 2015 papa Francesco lo nomina eparca di Piana degli Albanesi.
Il 28 giugno successivo riceve l’ordinazione episcopale, nella cattedrale di San Demetrio Megalomartire, dall’eparca di Lungro Donato Oliverio, co-consacranti Dimitrios Salachas, esarca di Grecia, e Nicholas James Samra, eparca di Newton. Durante la stessa celebrazione prende possesso dell’eparchia. Parla correntemente italiano e inglese, mentre liturgicamente utilizza il greco e l’albanese; l’arabo, invece, come da tradizione per la Chiesa cattolica greco-melchita.