“Auguro alle Province italiane di servire con onore e successo le loro comunità. È tempo di ripresa dopo la transizione che le ha riguardate. È tempo di ripartire al più presto”. Parole, queste, pronunciate ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto alla cerimonia di apertura della 36esima Assemblea nazionale dell’Upi, l’Unione delle province italiane, a L’Aquila.
Dunque, il Capo dello Stato ha delineato la rotta per un nuovo Rinascimento. Un obiettivo che può essere perseguito anche grazie all’attuazione del Pnrr che per Mattarella è un’occasione storica per tutta l’Europa, non solo per il BelPaese: “La sua piena riuscita è un interesse comune, che merita tutto l’impegno e la solidarietà di cui la nostra società è capace”. Il Presidente ha sottolineato il concetto di un banco di prova duro per le Province, chiamate a essere importanti soggetti attuatori di molti progettilegati al Piano: “L’Upi ha segnalato criticità nei processi di pagamento” – le sue parole – “e alcune serie problematiche tecniche relative alle piattaforme di rendicontazione. Sono domande da esaminare con attenzione. I progetti che vi riguardano, e che richiedono coinvolgimento nella regia delle Province, hanno valenza strategica. Il Paese trarrà un gran beneficio dal loro compimento”, ha detto rivolgendosi alle istituzioni provinciali presenti al Teatro comunale.
Coesione sociale
E ancora alle qualità delle istituzioni Mattarella si è rivolto quando ha chiesto di assicurare, in rispetto anche dell’articolo 3 della Costituzione, il rispetto dei principi costituzionali e per adempiere al dovere di rimuovere quegli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione alla vita del Paese: “La Provincia, le Province nel loro insieme, possono e devono partecipare a questo essenziale compito di coesione sociale. Sarebbe un grave errore affidarsi soltanto alla forza inerziale della crescita quantitativa delle aree metropolitane e degli insediamenti produttivi, collocati nei nodi delle principali reti logistiche e di comunicazione”. Il Capo dello Stato ha insistito molto sulla Costituzione che disegna un’articolazione della Repubblica tra Stato, Regioni, Province, Città e Comuni: “Non un impianto gerarchico, bensì un governo multi-livello, ispirato ai principi della democrazia e della sussidiarietà. Dove le fondamenta poggiano sull’uguaglianza nelle libertà, nei diritti, nei servizi essenziali, nelle opportunità per i cittadini, qualunque sia il territorio dove vivono”. Insomma, per Mattarella bisogna far crescere le potenzialità dei vari territori, anche di quelli delle aree interne, delle zone montane e dei piccoli centri.
L’ammonimento
Il Presidente poi ha lanciato un ammonimento, ricordando il progetto di riforma avviato nel 2014, che ha ridimensionato ruolo e funzioni delle Province nella previsione di un riassetto costituzionale degli Enti locali, che poi non si è compiuto perché non ha ricevuto il necessario consenso degli elettori: “Le norme che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate, in definitiva, a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, giudizi che io non posso esprimere come è noto, creare vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento. La Costituzione richiede di essere attuata”.