Il calo di consumi registrato dall’Istat sulla spesa delle famiglie italiane preoccupa la Cna che evidenzia il prorogarsi di questa situazione già da alcuni mesi, confermata anche dalle ultime rilevazioni effettuate del mese di agosto, dove risulta un calo in valore (-0,4%) delle vendite al dettaglio, sia che in volume (-0,5%) rispetto al mese precedente. Allargando però l’orizzonte temporale nel trimestre giugno-agosto le vendite al dettaglio sono diminuite in volume (-1,0%), ma cresciute in valore (+0,4%), complici appunto i rincari; analogamente, rispetto ad agosto 2022, sono crollate del 4,1% in volume, ma aumentate del 2,4% in valore. Su base annua, dunque, si continua a spendere di più per comprare di meno, in maniera crescente.
Erosione dei risparmi
La pressione che l’inflazione esercita sul potere d’acquisto degli italiani non è di poco conto, così come sullo stato di salute delle imprese. I dati dell’Istat rivelano che le famiglie italiane stanno erodendo i risparmi per conservare il potere d’acquisto, ma senza riuscirci, con la conseguenza di una probabile crisi diffusa del sistema imprenditoriale, a partire dai piccoli esercizi commerciali e delle imprese di servizi.
Sostegno alle imprese
La Confederazione, si legge nella nota, fa presente al governo e alle forze politiche “di inserire nella prossima manovra provvedimenti a sostegno degli investimenti in grado di innescare una inversione di tendenza o perlomeno fermare questa spirale negativa.” I consumi rappresentano circa il 60% del prodotto interno lordo e il loro andamento potrebbe avere conseguenze pesanti per la ripresa dell’Italia. “Sicuramente va evitato”, conclude la Cna, “un nuovo aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea a fine ottobre così come gli istituti di credito nazionali a loro volta dovrebbero abbandonare la sorta di rigorismo nei confronti di artigiani, micro e piccole imprese che sembra caratterizzarle”.