Premio Nobel per la Pace, assegnato a Narges Mohammadi, 50 anni, attivista iraniana, vicepresidente del Centro per i difensori dei diritti umani in Iran che da anni si batte contro la pena di morte e per i diritti delle donne. Mohammadi è in carcere, è stata arrestata nel novembre scorso dopo aver partecipato a una commemorazione per le vittime della violenta repressione del 2019. Dopo un processo durato cinque minuti è stata condannata a 10 anni, nove mesi e 70 frustate. Narges Mohammadi è stata scelta tra 305 candidature, di cui un terzo organizzazioni. Amnesty international evidenzia che le autorità carcerarie la tengono in condizioni “crudeli e disumane.” Nel 2018 era stata insignita del premio Sakharov.
Congratulazioni da Meloni
“Congratulazioni a Narges Mohammadi” dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni “perché Il suo impegno ispira le donne del mondo a difendere la loro libertà e i loro diritti”. Lo scrive sui social aggiungendo che “l’Italia sarà sempre al fianco delle donne per il rispetto dei diritti fondamentali e della libertà.” Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo, dopo l’assegnazione del Premio Nobel da parte dell’Accademia di Svezia, ha dichiarato che “la sua lotta per i diritti umani e la libertà ispira tutti noi. Ci ricorda che solo dove le donne sono al sicuro, tutti sono al sicuro.” Secondo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, questo è “un riconoscimento importantissimo per due ragioni. Innanzitutto, perché onora l’impegno di coloro che difendono i diritti umani in Iran in un periodo nel quale sono gravemente violati. In secondo luogo, perché è un premio che va a una persona in carcere a causa delle sue attività in favore dei diritti umani.”
Rifugiati iraniani: felici
Marini Davood, presidente dell’Associazione rifugiati politici iraniani in Italia: “la comunità iraniana e i rifugiati politici iraniani sono estremamente felici che il Comitato del Nobel abbia riconosciuto la legittimità della lotta del popolo iraniano, e sulla base di questo riconoscimento chiediamo all’Onu e alle istituzioni internazionali di intervenire quanto prima per verificare le condizioni dei giovani arrestati in Iran.” Propro ieri la Cnn aveva reso noto un messaggio di Narges Mohammadi, recapitato alla redazione della televisione nei giorni scorsi dalla prigione di Evin, in cui si sente vincitrice del premio Nobel per la pace che guida le altre detenute che scandiscono lo slogan “donna, vita, libertà” e cantano la versione in farsi di ‘Bella Ciao’ diventata la canzone manifesto del movimento delle donne iraniane. Nel messaggio alla Cnn l’attivista afferma che il comportamento del governo iraniano ancora una volta “fa crescere le nostre preoccupazioni”, facendo riferimento ai “suoi sforzi concertati di impedire che venga a galla la verità su Armita Geravand”, la 16enne in coma da domenica dopo essere stata picchiata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo. In mattinata anche il commento dell’agenzia di stampa iraniana Fars, considerata vicina ai pasdaran: Mohammadi “ha ricevuto il premio dagli occidentali perché aveva fatto notizia più volte a causa dei suoi atti contro la sicurezza nazionale”.