“Una soluzione strutturale e di lungo periodo, anche se richiederà tempo”. Questa è la sfida che Meloni lancia sul tema dell’immigrazione. L’affermazione è impegnativa. Morale: non bisogna inseguire il consenso che si può raccattare nel breve periodo speculando o enfatizzando situazioni che possono destare impressione, come il boom di sbarchi a Lampedusa. Se si continuerà a guardare al problema con l’ottica del giorno dopo giorno, si proporranno soluzioni influenzate dagli umori momentanei di un’opinione pubblica disorientata e spesso manipolata. È facile drammatizzare, creare un clima di paura, cercare facili capri espiatori oppure semplificare il problema con un buonismo di maniera che non guarda in faccia la realtà. Entrambe le impostazioni sono miopi e opportuniste e mirano solo a sfruttare l’immigrazione per miseri motivi elettorali.
Meloni punta ad una soluzione che affronti il problema alla radice e che si sviluppa su due piani.
Visione e azione comune con l’Ue
Il primo è l’unità più ampia possibile dell’Europa. Da questo punto di vista Meloni finora ha lavorato molto bene, smussando le angolosità con la Francia e ora anche con la Germania, creando un asse con Ursula von der Leyen, sapendo dire no a certi irrigidimenti dei suoi amici di Ungheria e Polonia che lei comprende ma senza farsene condizionare. È una strada nuova. Non va disseminata con le mine di polemiche pretestuose e con offese gratuite verso altri Stati membri con cui dobbiamo usare la massima diplomazia possibile e, solo quando serve anche la fermezza.
Strategia di cooperazione con l’Africa
Ma poi c’è il piano che riguarda i Paesi di origine e di transito dei migranti. Qui la materia è molto più complessa. Il lavoro iniziato a fatica con la Tunisia deve andare avanti senza che qualcuno a Bruxelles si metta di traverso. Il presidente Saied non ha tutti i torti a lamentarsi che i soldi promessi non gli sono arrivati. È indispensabile far funzionare questo accordo e trasformarlo in un modello da utilizzare anche con altri Paesi. È un lavoro lungo che non ha i clamori dei servizi tv e dei titoloni sui barchini che arrivano in massa a Lampedusa. Ma è questo il lavoro serio da fare.
Il Governo tiri dritto per la sua strada senza farsi influenzare da chi vorrebbe trascinarlo nel solito giochetto delle polemiche e degli slogan demagogici che hanno finora ispirato la non-politica per l’immigrazione.