Siccità, tempeste, alluvioni e incendi tra il 2016 e il 2021 hanno causato lo sfollamento di 43,1 milioni di bambini in tutto mondo. È quanto emerge dal rapporto “Children Displaced in a Change Climate” realizzato dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). “È l’equivalente di circa 20.000 bambini sfollati al giorno. Questa è solo la punta dell’Iceberg in base ai dati disponibili in nostro possesso. Visti gli impatti del cambiamento climatico, o meglio il monitoraggio degli sfollamenti quando si tratta di eventi a insorgenza lenta, il numero di bambini sradicati dalle loro potrebbe essere maggiore”, afferma la coautrice del rapporto Laura Healy. I fenomeni meteorologici estremi in questi cinque anni hanno contribuito a stravolgere e distruggere in molti casi la vita di molti bambini che ad oggi si ritrovano senza fissa dimora.
Dalla Somalia agli Stati Uniti
Secondo il rapporto le inondazioni e le tempeste sono stati tra i fenomeni estremi più violenti e distruttivi. A causa di questi eventi tra il 2016 e 2021 circa 40,9 milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case a seguito delle evacuazioni preventive che hanno contribuito a salvare molte vite. La siccità, invece, ha provocato lo sfollamento di 1,3 milioni di bambini. Tra i Paesi più colpiti la Somalia, vittima da anni di questo fenomeno che sta distruggendo la vita in molte aree del Paese. Gli incendi, infine, hanno provocato lo sfollamento di 810.000 bambini, di cui più di un terzo solo nel 2020. Le Nazioni colpite maggiormente da incendi dolosi o causati dalle alte temperature sono state il Canada, Israele e gli Stati Uniti, i quali anche durante l’ultima estate hanno dovuto fronteggiare una vera e propria emergenza per contrastare questo fenomeno.
Scenari futuri disastrosi
Le previsioni del rapporto per i prossimi 30 anni aprono scenari disastrosi. Se non si interviene concretamente per contrastare il cambiamento climatico in atto le inondazioni fluviali potrebbero causare lo sfollamento di oltre 96 milioni di bambini, mentre i venti ciclonici e le tempeste potrebbero causare rispettivamente lo sfollamento di 10,3 milioni e 7,2 milioni di bambini in tutto il mondo. Inoltre, i fenomeni meteorologici estremi nei prossimi anni potrebbero avere un’intensità maggiore a causa del riscaldamento globale e questo potrebbe causare in futuro un maggior numero di vittime rispetto alle stime e alle previsioni del rapporto.
La Cop28
Una delle tappe fondamentali per evitare un disastro di dimensioni globali è la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si riunirà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. In quella occasione tutti i Paesi saranno chiamati ad agire con decisione per salvare la vita di milioni di persone a rischio, poiché gli ultimi accordi come ha sottolineato Papa Francesco solo qualche giorno fa “hanno avuto un basso rilievo di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzioni delle inadempienze”. I negoziati internazionali nella scorsa Cop27, infatti, non hanno raggiunto i risultati sperati a causa delle posizioni di diversi Paesi che hanno privilegiato i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale.