Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha presentato alla Camera dei Deputati una proposta di riforma della professione che prevede l’istituzione di una laurea magistrale in giornalismo per l’accesso all’attività (in alternativa richiesta una laurea triennale come requisito per poter partecipare a corsi specialistici controllati e vigilati dall’Ordine). Novità anche per gli aspiranti pubblicisti, ai quali sarebbe richiesta una laurea di primo livello (triennale) come requisito per l’iscrizione all’albo. Nel biennio di attività propedeutica, inoltre, sarebbe necessario seguire un percorso di formazione. In un eventuale periodo transitorio potrebbero restare in vigore tutte le modalità di accesso attualmente operative.
Regole da modernizzare
Il testo già a luglio è stato approvato all’unanimità dal Consiglio per ammodernare le norme che regolano la professione giornalistica ferme a sessanta anni fa e nel documento si individuano i punti principali per una proposta di revisione della legge 69 del 1963. Il Presidente dell’Ordine Carlo Bartoli ha parlato di un momento molto importante per il futuro del settore: “La bozza di questa proposta vuole rinnovare una legge che ha dei princìpi molto validi, ma che ha la necessità di essere aggiornata”. Nel rispetto del Parlamento, Bartoli ha tenuto a precisare che la proposta non è predefinita, ma è aperta a modifiche: “Aspettiamo spunti e indicazioni da integrare laddove se ne senta la necessità”. Si è augurato allo stesso tempo che la proposta possa avere un cammino spedito in Aula “con il riscontro di una legge unitaria firmata almeno da un esponente di ogni gruppo parlamentare”. La chiosa del Presidente: “Certamente la legge non può risolvere tutti i problemi dell’editoria, ma almeno una parte sì. Il giornalismo ha un futuro a condizione sia un lavoro di qualità”.
“Sfida coraggiosa”
Alla conferenza stampa di presentazione ha preso parte anche il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, che ha parlato di una proposta di riforma del settore “innovativa e nello stesso tempo coraggiosa, un buon punto di partenza per quello che deve essere un dialogo tra la categoria e il legislatore”. L’esponente di FdI ha poi ribadito l’importanza del pluralismo dell’informazione che è la struttura di un sistema parlamentare democratico: “L’impegno della politica verso il mondo del giornalismo non deve essere solo concettuale, ma concreto. Salvaguardare le impreseeditoriali significa anche tutela dei posti di lavoro”. Mollicone ha annunciato quindi che presto la commissione parlamentare audirà i rappresentanti dell’Ordine sul tema”.
D’accordo sul bisogno di una modifica anche la deputata del Partito democratico Stefania Ascari, che ha invitato il Parlamento a portare avanti questa riforma definitanecessaria perché occorrono aggiornamenti “e c’è la necessità di allargare i confini del giornalismo a tutti i campi, devono essere costruiti argini per tutelare i cittadini dalle fake news e dal linguaggio d’odio”.