Il caldo ‘anomalo’ di quest’estate colloca il nostro Paese al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800, sfiorando temperature record, che hanno stravolto non solo le abitudini degli italiani, ma anche le previsioni su colture e produzioni del nostro Paese. La raccolta del riso, fiore all’occhiello della filiera produttiva, evidenzia un calo del 15%: è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in occasione dell’inizio della raccolta del cereale più consumato al mondo con oltre diecimila famiglie, fra dipendenti e imprenditori, impegnate lungo la Penisola in questa filiera produttiva.
Oltre duecento varietà
La produzione di riso in Italia, rileva Coldiretti, è concentrata principalmente al Nord con le aree del Pavese (83.000 ettari) e di Vercelli e Novara (100.000 ettari) che insieme rappresentano il 90% della risicoltura nazionale. Sono infatti 200 le varietà iscritte nel registro nazionale, dal vero Carnaroli, con elevati contenuto di amido e consistenza, spesso chiamato “re dei risi”, all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana.
Le cause del calo
A pesare, oltre agli effetti del clima, sono gli squilibri causati dalle importazioni, con le manovre dell’India che ha bloccato le esportazioni per incentivare i contingenti a dazio zero, oltre al tentativo di alzare i limiti di tolleranza per agrofarmaci. Sono difatti raddoppiate situazione le importazioni di riso dall’India (+155%) nel 2023 e rappresentano circa il 12% del totale delle importazioni, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi sei mesi dell’anno.
“Attenzione alle etichette”
Nonostante l’Italia sia il principale produttore di riso in Europa, spiega Coldiretti, per un quantitativo di circa 1,4 milioni di tonnellate di risone all’anno, più di un 1 pacco di riso su 4 venduto in Italia arriva dall’estero, in particolare da Paesi che non rispettano le stesse regole, sul piano ambientale, sociale e sanitario, in vigore nell’Unione Europea e fanno concorrenza sleale alle produzioni Made in Italy. La Coldiretti consiglia quindi di verificare in etichetta che nei pacchi di “riso da risotto” sia indicata l’origine italiana per un prodotto coltivato secondo criteri di salubrità e di sostenibilità ambientale e sociale.