Un gruppo di donne in Groenlandia ha avanzato una richiesta di risarcimento alla Danimarca in merito a una campagna di controllo delle nascite lanciata negli anni ’60. Il gruppo, composto da donne tra i settanta e gli ottanta anni, sta cercando un risarcimento, mentre è stata avviata un’indagine ufficiale da parte dei governi della Groenlandia e della Danimarca: la Groenlandia era una colonia danese fino al 1953, ma ora è un territorio semi-sovrano della Danimarca, con una popolazione di appena 57.000 abitanti. “A cosa serve? – ha dichiarato Naja Lyberth, una delle vittime – Sappiamo chiaramente che ci sono state violazioni della legge e dei diritti umani”. Lo scandalo è venuto alla luce lo scorso anno, quando l’emittente danese DR ha riferito dati che mostravano che tra il 1966 e il 1970, 4.500 dispositivi intrauterini erano stati inseriti in donne e ragazze di appena 13 anni, a loro insaputa o senza il loro consenso. I governi danese e groenlandese hanno incaricato un team di ricercatori di indagare sulla portata dei casi e sul processo decisionale che portò alla campagna negli anni tra il 1960 e il 1991, quando la Groenlandia ha acquisito la gestione del proprio sistema sanitario. Mads Pramming, l’avvocato del gruppo, ha riferito che le donne chiedono 300.000 corone danesi (42.380 dollari) ciascuna. L’avvocato ha inviato la richiesta all’ufficio del primo ministro Mette Frederiksen.