domenica, 24 Novembre, 2024
Economia

Confermato il taglio del cuneo fiscale. Fringe benefit e premi produttività

Calderone: scelte prudenti su pensioni e lavoro

“Noi sappiamo di dover fare un percorso che richiede dei sacrifici per una manovra di bilancio per la quale la parola più giusta è prudenza. La prudenza è l’elemento che deve caratterizzare il nostro agire.” Lo ha detto la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, che ha aggiunto di essere in attesa dei margini di risorse sui quali calibrare le proposte del Ministero.

Pensioni, adeguare all’inflazione

Calderone ha anche parlato di “fringe benefit” che potrebbero diventare esentasse a partire da 258 euro fino a mille euro per i lavoratori senza figli e fino a tre mila per quelli con figli a carico. Ma ci sono anche possibili rimodulazioni e proroghe degli incentivi per chi assume donne e giovani. Mentre per le pensioni c’è da recuperare almeno l’inflazione effettiva; che potrebbe valere 3,2 miliardi di euro. Il Governo lavora a un “decreto anticipi” per finanziare nelle prossime settimane un antipasto del conguaglio delle pensioni all’inflazione. Poi un primo stanziamento per i rinnovi contrattuali nella Pubblica amministrazione e certamente il cuneo fiscale e contributivo. Dovrebbe essere mantenuto per i redditi fino a 35mila euro e di cui stanno beneficiando circa 14 milioni di lavoratori. La misura prevede una riduzione di 6 punti fino a redditi di 35mila euro, fino a 7 entro i 25mila, riconoscendo in busta paga 100 euro in più. Dovrebbe costare circa 10 miliardi nel 2024. La ministra è soddisfatta anche per come vanno le cose sul fronte del Reddito di cittadinanza. L’assegno è stato già sospeso a 150 mila famiglie, tra luglio e settembre, che corrispondono a 210 mila persone. Alla fine dell’anno si arriverà a 173 mila famiglie e dunque a 242 mila persone escluse. Poi da gennaio 2024 il Reddito non esisterà più. Ma, sottolinea Calderone: “è costato agli italiani 25 miliardi di euro in tre anni senza produrre i risultati attesi.”

Misurare meglio la produttività

Tra le misure, in parte già annunciate, che potrebbero entrare nella Legge di Bilancio è la conferma della tassazione al 5 per cento per i premi di produttività. Il Ministero del Lavoro ha rivelato che nel 2023 c’è stato un aumento del 35,6 per cento dei contratti di secondo livello con obiettivi di produttività rispetto all’anno precedente. Per far decollare ancora di più si stanno anche valutando strumenti di misura più precisi per misurare proprio gli aumenti di produttività e rendere meglio performanti i premi.

Report contratti produttività

Su questo tema il Ministero del Lavoro ha pubblicato un report “Deposito contratti” secondo il quale alla data del 15 Settembre 2023 sono stati depositati 88.733 contratti redatti secondo l’articolo 5 del DM 25 marzo 2016. Il valore annuo medio del premio risulta pari a 1.523,28 euro, di cui 1.691,86 euro riferiti a contratti aziendali e 758,33 euro a contratti territoriali. Alla data del 15 Settembre 2023, 14.630 depositi di conformità si riferiscono a contratti tuttora attivi; di questi, 12.426 sono riferiti a contratti aziendali e 2.204 a contratti territoriali. Dei 14.630 contratti attivi, 11.688 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 9.020 di redditività, 7.300 di qualità, mentre 1.508 prevedono un piano di partecipazione e 8.659 prevedono misure di welfare aziendale. Prendendo in considerazione la distribuzione geografica, per ITL competente, delle aziende che hanno depositato gli 88.733 contratti ritroviamo che il 75% è concentrato al Nord, il 17% al Centro l’8% al Sud. Una analisi per settore di attività economica evidenzia come il 61% dei contratti depositati si riferisca ai Servizi, il 38% all’Industria e il 1% all’Agricoltura.

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