La buona notizia: per il quarto mese consecutivo in Italia c’è stato un (leggero) rallentamento dell’inflazione con la conseguente frenata del cosiddetto carrello della spesa. La cattiva notizia: il calo del fatturato per l’industria. Ecco quanto è venuto fuori ieri dalle note di aggiornamento dell’Istat in merito agli andamenti dell’economia del Belpaese.
Partendo dai dati dell’inflazione, secondo la nota dell’Istituto di statistica si è passati, a settembre, al +5,3% rispetto al 5,4% di agosto: si tratta del dato più basso da gennaio 2022. La discesa è dovuta principalmente all’abbassamento dei prezzi dell’energia e alla diminuzione della domanda di beni e servizi. La nota dell’Istat ha specificato anche che il cosiddetto ‘carrello della spesa’ ha frenato a settembre, in particolare i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono aumentati del 8,3%, in calo quindi rispetto al 9,4% di agosto. I costi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, invece, sono diminuiti da +6,9% a +6,6%.
Numeri che, per l’Unione nazionale consumatori, sono una goccia nel mare, dato che i prezzi sono ancora molti alti: “Il governo faccia qualcosa di serio, mettendoci i soldi, a esempio tagliando le accise sui carburanti o riazzerando gli oneri di sistema sulla luce che hanno rimesso a partire da aprile”, il suggerimento del Presidente Massimiliano Dona. Sulla stessa linea il Codacons, per il quale il calo dell’inflazione è insufficiente: “Con un tasso al +5,3% una famiglia tipo si ritrova a spendere +1.550 euro all’anno a causa dell’aumento dei prezzi, spesa che lievita a +2.008 euro per un nucleo con due figli. Si cominci a congelare le accise sui carburanti”. Per Furio Fruzzi, Presidente di Assoutenti, “adesso serve un intervento sulla tassazione dei beni energetici, dalle bollette ai carburanti, essendoci ampi margini di manovra per operare in tal senso a beneficio non solo dei consumatori, ma dell’intera economia nazionale”.
Bene export e import
In merito all’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi extra Ue27 c’è da registrare, secondo l’Istituto di statistica, una crescita ad agosto. In particolare, le esportazioni sono aumentate del 7,1% su base mensile, mentre le importazioni sono aumentate del 3,8%. Il forte incremento delle esportazioni è stato trainato dalle maggiori vendite di energia (+49,5%), beni strumentali (+9,1%) e beni di consumo non durevoli (+8,5%). Le importazioni, invece, sono aumentate per tutti i raggruppamenti, a esclusione di beni intermedi (-2,3%); i più marcati riguardano le preoccupazioni di energia (+12,1%) e beni di consumo non durevoli (+5,2%).
Industria in discesa
Per quanto riguarda il fatturato dell’industria, l’Istat ha comunicato che a luglio è diminuito dello 0,4% a luglio 2023, dopo la crescita del 0,3% di giugno. A livello settoriale, le maggiori diminuzioni si sono registrate nelle industrie dei mezzi di trasporto (-3,2%), dei beni strumentali non rotanti (-2,5%) e dei beni di consumo durevoli (-1,7%).
I dati Eurostat
A fare il punto all’interno dell’eurozona è invece Eurostat secondo il quale l’inflazione annuale è al 4,3%, in netto calo quindi rispetto al 5,2% di agosto, mentre a luglio il tasso registrato era del 6,3%: di certo un ottimo dato se si pensa che non si aveva una percentuale così bassa da quasi due anni. Tra le grandi economie, in Italia l’inflazione è prevista al 5,7%; in Francia al 5,6%, Germania al 4,3% e Spagna al 3,2%.