Il caro prezzi incide sul carrello della spesa e ‘batte’ lo spreco alimentare: in Italia e nel mondo il 70% taglia drasticamente gli acquisti e lo ‘sperpero’ crolla in otto Paesi. Ogni anno si calcola che viene dissipato a livello mondiale circa un terzo del cibo. Su 5,3 miliardi di tonnellate disponibili, le perdite sono stimate in 1,6 miliardi. Confcommercio continua la collaborazione con l’Osservatorio Internazionale sul cibo e la sostenibilità, apprezzandone la capacità di offrire una visione globale del problema, continuando a operare sia nei diversi tavoli istituzionali in cui è impegnata, sia promuovendo e sostenendo azioni virtuose tra i propri operatori.
Italia sul podio
Fra i principali Paesi europei, al primo posto c’è la Germania con 10,9 milioni di tonnellate, seguita dalla Francia con 9 milioni. L’Italia viene subito dopo, con 8,65 milioni di tonnellate. Più staccate, la Spagna, con 4,26 milioni di tonnellate, e la Polonia, con 4 milioni. Complessivamente questi Paesi rappresentano il 63 per cento degli sprechi totali dell’Unione europea. Dall’analisi dei valori pro capite, invece, con 146 chilogrammi per abitante, l’Italia si piazza al di sopra della media europea, fra i Paesi meno virtuosi.
Cross Country Report 2023
Lino Enrico Stoppani, Vicepresidente vicario di Confcommercio, nel corso della presentazione del ‘Cross Country Report 2023’, riconosce che l’interesse dei consumatori per la lotta allo spreco alimentare “si conferma alto e quest’anno possiamo cogliere più nel dettaglio, in particolare, la sensibilità e la capacità recettiva dei giovani e giovanissimi verso le informazioni utili a innescare sane abitudini per non sprecare cibo”.
Binomio consumatore-distribuzione
Il Report dell’Osservatorio ha messo in luce “l’importanza del binomio tra il consumatore e il mondo della distribuzione e della ristorazione, lasciando emergere la predisposizione al cambiamento da parte dei consumatori e il loro stretto legame con le iniziative da parte dei negozi e dei pubblici esercizi, che quotidianamente sono in grado di incidere in modo capillare”. Il vicepresidente di Confcommercio conclude con la ferma convinzione di poter contare “sul coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, non ultimo il consumatore sempre più protagonista delle proprie scelte di consumo, il mondo dell’istruzione, i tecnici della salute, il settore economico oltre che la politica”.