“La bestemmia è un istituto di una certa importanza”, scrive Luigi Meneghello, scrittore vicentino, che fece “studi assurdamente brillanti ma inutili e in parte nocivi”, nel suo famosissimo, “Libera nos a Malo”. Non è vero, spiega Meneghello, che sia solo un ausilio espressivo degli “inarticulate”. “C’è bensì anche questo aspetto nelle bestemmie della gente, specie quelle allegre e serene che credo facciano sorridere anche il Signore e i santi. Ma la bestemmia vera è quella arrabbiata, che “tira giù” il soprannaturale, ed esprime un giudizio di fondo – rozzo ma indipendente – sul funzionamento del mondo. Ufficialmente il bestemmiatore non s’arrischierebbe a sostenere che in fondo ne abbiano colpa lassù, se le cose vanno storte: ma nell’atto di bestemmiare, fa proprio questo, e viene a contrapporre il punto di vista del buon senso eretico a quello della pietà tradizionale.”
Tradotto da “bar Sport” a questo, comunque, bisogna porre fine e così, proprio in un bar a Castello di Godego, in provincia di Treviso, area natia del Governatore Luca Zaia, si paga da uno a cinque euro di “punizione” se si bestemmia giocando a carte o sorseggiando un caffè o bevendo un “bicèr de vin”. Un euro per la singola. 2,50 se ripetuta. 5 euro se è insistita e particolarmente creativa.
Il barattolo delle multe
Il Veneto (chi sostiene la Toscana) è la regione italiana dove si bestemmia di più. E’ quasi un intercalare che, comunque, è sempre meno frequente con l’acculturazione. Una recente ricerca di Peply ha monitorato le abitudini linguistiche di 1.558 abitanti di 19 località. Ne è emerso che nella top 3 delle città con più alto tasso di imprecazione (ma la ricerca parlava di parolacce pure), ben due sono venete: Venezia (19 volte al giorno) e Padova (17). L’idea, però, di multare la bestemmia l’hanno avuto i trevigiani, nonostante ci sia già l’articolo 724 del Codice penale. A innescare il tutto è stata l’ennesima discussione animata tra due clienti, condita da una miriade di bestemmie, alla presenza di un bambino.
A quel punto Camilla Muledda, dal cognome non proprio veneto, titolare del bar, che non poteva che chiamarsi “Bar Sport”, ha decretato la multa seduta stante. Cosa che è rimpallata sui social, che è rimpallata a notizia locale, sul web e nazionale e internazionale. Proteste? Nessuna. Anzi, racconta Muledda, il sistema è stato accolto col sorriso, perché “è un modo goliardico per invitare tutti a tenere un comportamento più rispettoso.” C’è anche chi infila monetine nel “barattolo delle multe”, non perché bestemmia, ma perché “approva l’iniziativa.”
Ausilio degli “inarticulate”
Un vaso in vetro che serviva per le caramelle, ora viene utilizzato dai gestori per inserire una multa simbolica che vale, appunto, fino a 5 euro. Quella prevista dal Codice penale è dieci volte tanto. L’iniziativa è partita circa un mese fa e la boule si sta lentamente riempiendo senza che vi siano recriminazioni da parte degli avventori. “Il denaro è solo un pretesto”, dichiara Muledda, “quasi un gioco per invitare i nostri clienti a stare attenti con le parole e ancor di più con le bestemmie”. Che forse, oggi come oggi, al contrario di quanto sosteneva Meneghello, è diventato, sul serio, solo un ausilio espressivo degli “inarticulate”.