La Cina resisterà all’Europa passando dall’Ungheria. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo ungherese Péter Szijjàrtò durante la quale ha espresso l’auspicio che l’Ungheria possa spingere l’Unione europea ad adottare “una politica più aperta con la Cina.” Secondo quanto riporta il quotidiano Global Times i cinesi ritengono l’Ungheria un “paese collaborativo” con il quale è stato firmato il memorandum Belt and Road Initiative (Via della Seta) che costituisce un esempio di buone relazioni internazionali e che parteciperà al terzo forum di tutti i paesi aderenti. La Cina, ha spiegato Wang, è anche disposta a collaborare con l’Ungheria per costruire la ferrovia che la collega alla Serbia.
No a indagine antisovvenzione
I cinesi, tra l’altro, contestano l’indagine antisovvenzione sulle auto elettriche della Commissione europea perché, ritengono, violi i principi del commercio internazionale e “potrebbe potenzialmente interrompere la catena di fornitura globale dell’industria automobilistica”, ha affermato il ministro cinese, aggiungendo che “la Cina prosegue il percorso dello sviluppo verde”, a bassa emissione di carbonio, e che è pienamente in linea con la direzione intrapresa dall’Unione europea. Tra l’altro il Wto (Organizzazione mondiale commercio), è stato detto in più occasione, anche dal Presidente Xi Jinping, dovrebbe essere riformato. L’economia della Cina oggi è otto volte più grande di quanto non fosse nel 2001, quando entrò nel Wto. Dal 2001 gli investimenti diretti esteri di Stati Uniti, Unione Europea e Giappone si sono spostati dal Sud-Est asiatico (le “tigri asiatiche”: Malesia, Tailandia, Filippine e Indonesia) verso la Cina che, dal 1999 ha visto sollevarsi dalla povertà estrema quasi 800 milioni di abitanti. Il Paese ha superato la Germania diventando il più grande esportatore mondiale di merci, mentre il commercio con gli Stati Uniti è aumentato da meno di 8 miliardi di dollari nel 1986 a oltre 690 miliardi attuali.
No “disaccoppiamento” Ue-Cina
Wang ha affermato che Cina e Europa “sono partner e non rivali” e che il miglioramento dell’industria manifatturiera si basa sulla concorrenza leale e “non sul protezionismo.” A questo proposito il ministro si è augurato che l’Ungheria continui a promuovere politiche proattive dell’Ue verso la Cina e si adoperi per sostenere il “vero multilateralismo” e il sistema internazionale con le Nazioni unite al centro.
Szijjártó, da parte sua, ha affermato che l’Ungheria e la Cina hanno ottenuto risultati importanti nella costruzione congiunta della BRI, di cui l’Ungheria ha beneficiato molto. Già lo scorso maggio si era assicurata tre miliardi di euro di investimenti automobilistici cinesi, consolidando ulteriormente la sua posizione di principale destinazione degli investimenti nell’Europa centrale.
Ungheria e Via della Seta
E’ confermato che l’Ungheria parteciperà attivamente al terzo forum della Via della Seta e continuerà nella cooperazione con la Cina. Il Paese promuoverà inoltre “con fermezza la costruzione del progetto ferroviario Ungheria-Serbia” e farà avanzare ulteriormente le relazioni bilaterali. L’Ungheria, ha sottolineato Szijjártó, si oppone al “disaccoppiamento” della Cina dall’Europa e ha ribadito che si opporrà a qualsiasi iniziativa europea che “possa danneggiare la concorrenza leale e la cooperazione internazionale”.