Solo per l’Italia, significa mettere in conto un taglio di circa 2,7 miliardi di euro e quindi ecco che con un colpo, l’Unione europea, riduce le speranze di proseguire sul cammino di una agricoltura attenta alla sostenibilità e biologica. A chiedere di bloccare la riduzione dei fondi per l’agricoltura Green è la Confederazione italiana agricoltori (Cia) che ha partecipato a diverse manifestazioni di protesta nel tentativo di bloccare il progetto riduzione dei sostegni finanziari, che è in esame a Bruxelles.
Il tutto ruota attorno alla Politica agricola comunitaria (Pac) una delle politiche comunitarie di maggiore importanza, impegnando circa il 39% del bilancio dell’Unione europea.
“Non è possibile raggiungere gli obiettivi ambiziosi su sostenibilità, clima, sviluppo e occupazione senza mantenere almeno l’attuale livello di spesa agricola nel prossimo bilancio Ue”. Fa presente la Cia-Agricoltori Italiani che ribadisce il suo “no” ai tagli alla Pac, in occasione del Consiglio straordinario Ue convocato a Bruxelles sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell’Unione.
Per manifestare il suo disappunto la Cia ha aderito e partecipato alla mobilitazione a Rotonda Schuman, davanti ai palazzi del Consiglio Ue, organizzata dal Ceja insieme ai produttori e allevatori di Vallonia e Fiandre, con il sostegno del Copa-Cogeca, per protestare contro i tagli previsti al bilancio della Politica agricola comune. Secondo l’ultima proposta del presidente del Consiglio Ue Charles Michel, è prevista una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. Solo per l’Italia, significa mettere in conto un taglio di circa 2,7 miliardi di euro.
Una riduzione che avrebbe per la Confederazione gravi risvoltò non solo sulla filiera biologica dei prodotti ma anche sull’ambiente, perché non ci sarebbero più contrasti al dissesto del territorio già compromise dalle variazioni climatiche. “Gli agricoltori saranno indispensabili per l’attuazione efficace del Green New Deal”, ricorda ancora la Cia, “oltre a rappresentare da sempre la dispensa del Paese, ad avere un ruolo primario nella tutela del territorio e contro il dissesto, evitando al contempo lo spopolamento delle aree rurali”.
Per la Confederazione degli agricoltori la posizione della Ue appare inspiegabile proprio in un momento dove gli investimenti biologici incontrano il favore non solo dei consumatori ma anche dei produttori. “Eppure, nonostante l’alta posta in gioco, con le nuove sfide su innovazione e lotta ai cambiamenti climatici, l’Europa pensa di ridurre gli stanziamenti comunitari. Quando serve, invece – conclude la Cia – una Pac forte sostenuta da un bilancio altrettanto forte”.