Il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin ha aperto il 23esimo Energy Summit 2023 promuovendo il “nucleare sostenibile.” La transizione verso una società decarbonizzata impone una “profonda trasformazione di tutto il sistema energetico nazionale”, ha spiegato, “e il processo che ci attende è complesso e prevede investimenti consistenti a carico sia del settore pubblico sia di quello privato.” Per questo il Governo ha avviato la “Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile.”
Il Pniec traccia la strada
Il ministro ha sottolineato come “a questa esigenza guarda la proposta di revisione del piano nazionale integrato di energia e clima, che ha delineato la strategia nazionale per la decarbonizzazione verso 2030 e guardando all’obiettivo 2050. Nel piano è tracciata la strategia per trasformare il modo in cui il vettore energetico principale, l’energia elettrica, viene prodotto e per introdurre nel nostro mix vettori d’energia decarbonizzati. Per la realizzazione del piano sono fondamentali gli investimenti per l’adeguamento della nostra infrastruttura energetica alla nuova realtà energetica del paese. Le infrastrutture energetiche infatti dovranno adeguarsi al nuovo modello di generazione distribuita tipica delle rinnovabili, che si sostituirà all’attuale modello di generazione localizzata. Il modello della generazione distribuita infatti va nella direzione dell’abbandono delle grandi centrali termoelettriche localizzate in alcuni punti strategici per il dispacciamento dell’energia”.
Mix energetico col nucleare
Il mix energetico prevede anche l’integrazione del nucleare per rafforzare le opportunità di crescita della filiera industriale nazionale. “Non si tratta”, ha continuato il ministro, “di proporre il ricorso in Italia alle vecchie centrali nucleari di grande taglia, ma di valutare nuove tecnologie sicure quali gli small e micro modular reactor e i reattori nucleari di quarta generazione. all’interno di uno scenario politico ed economico in grande mutamento, e non privo di tensioni.” Italian Energy Summit 2023. Transizione energetica e innovazione per vincere le grandi sfide globali si è tenuto, ieri, a Milano e ha visto intervenire, oltre al ministro dell’Ambiente, tra gli altri, Stefano Besseghini, presidente Arera; Claudio Descalzi, ceo Eni; Paolo Gallo, ceo Italgas; Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea; Alessandro Puliti, ceo Saipem e Luca Dal Fabbro, presidente Iren.
Le risorse e il caro energia
Besseghini ha annunciato che sull’aggiornamento trimestrale dell’energia elettrica ci sarà qualche “sussulto”, ma non come l’anno scorso e poi ha previsto un “aumento dei prezzi del mercato tutelato dell’energia elettrica” che saranno annunciati proprio oggi all’Autorità. Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Bei, ha assicurato un aumento dei finanziamenti per la transizione energetica da 30 a 45 miliardi fino al 2027. Bei salirà a investimenti fino al 70% nel Repower Eu per complessivi 150 miliardi per fare in modo “che si proceda in modo spedito.” Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, proprio sul nucleare ha gettato acqua sul fuoco: “il nucleare non è la soluzione a breve, se sarà una soluzione lo sarà a 10-15 o 20 anni.” Ma se la domanda, ha aggiunto, è se valga la pena studiare gli scenari “la risposta è assolutamente sì”.
Rigassificatore: un’assicurazione
Nicola Lanzetta di Enel ha sottolineato come il rigassificatore di Porto Empedocle è “una sorta di assicurazione” per il Paese, “un paracadute” per l’energia nazionale. Da solo riceve circa 8 miliardi di metri cubi di gas liquefatto. Per quanto riguarda il timing, “sono stati rinnovati i permessi sia a livello regionale che nazionale, manca il tassello della remunerazione. Lanzetta ha detto che tutti i rigassificatori hanno una quota di ricavi garantiti e questo ancora manca a Porto Empedocle. “Stiamo aspettando dal legislatore la dichiarazione di infrastruttura strategica e poi partirà la remunerazione e quindi da li partiranno i lavori.” Infine ha confermato l’impegno “focalizzato sulle reti: ci sono 3,5 miliardi che investiremo perché la capacità di hosting e di resilienza diventi sempre migliore; di questi 1,8 miliardi sono dedicati al Sud.”
Europa paga più di altri
Descalzi, ceo di Eni ha difeso la libertà di ogni stato a decidere del proprio mix energetico. “Gli investimenti nell’energia e nell’ambiente sono a lungo termine”, ha detto, “non si può cambiare idea oggi e domani, non si può fare lo yo-yo”. Ma ha anche evidenziato che la “transizione la sta facendo solo l’Europa e paghiamo molto di più rispetto agli altri”. L’America, ha aggiunto, non sta lavorando dal punto di vista della sostenibilità con gli stessi obiettivi europei anche se cerca di accompagnarli; al tempo stesso in Europa sulle rinnovabili “stiamo facendo un quarto di quello che dovremmo fare” e abbiamo dovuto aumentare i consumi di carbone perché non abbiamo il gas che hanno gli Stati Uniti. Mentre il petrolio “toccherà ben presto, entro quest’anno, i 102 milioni di barili al giorno di consumo” e questo fa prevedere un aumento dei prezzi. Infine sul destino di Plenitude, Descalzi, ha annunciato un “piano di valorizzazione” attraverso la ricerca di un partner strategico “con il quale stiamo già parlando” e poi ci sarà l’Ipo.