Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti tramite una nota ha reso noto che il ministro Matteo Salvini ha firmato la precettazione per lo sciopero del trasporto pubblico locale in programma per venerdì 29 settembre: in sintesi, la mobilitazione in precedenza proclamata per 24 ore su tutto il territorio nazionale sarà ridotta a 4 ore. “Ho ritenuto doveroso intervenire per ridurre a solo quattro ore lo sciopero, garantendo l’accesso agli uffici, alle fabbriche, alle scuole, in entrata e in uscita, perché i diritti dei lavoratori vengono prima di tutto e di tutti. Siccome il Governo sta preparando una legge di Bilancio che metterà miliardi di euro per aumentare stipendi e pensioni, non potevo da ministro dei Trasporti, accettare che venerdì milioni di lavoratori e di studenti rimanessero a piedi tutto il giorno e tutta la sera”, ha detto Salvini.
Salario minimo e sicurezza lavoro
Tra i motivi dello sciopero indetto dai sindacati ci sono il superamento dei penalizzanti salari d’ingresso per i neoassunti, il salario minimo per legge a 10 euro l’ora sia per contrastare la pratica dei contratti atipici che il precariato e la sicurezza dei lavoratori. I disagi, dunque, ci saranno ma saranno più limitati del previsto per metro, bus e tram. Nel calendario degli scioperi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) si specifica che lo sciopero durerà dalle 9.30 alle 13.30 ma rimane da capire quali saranno le conseguenze e gli orari della mobilitazione nelle città italiane.
Trasporto aereo
Per quanto riguarda il trasporto aereo, invece, il 29 settembre è prevista una giornata da bollino nero perché è stato indetto uno sciopero di 24 ore dei lavoratori Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ta, Usb e Cub. della handling. Il motivo riguarda principalmente il mancato rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto da ormai sei anni. Negli scorsi giorni si è svolto un incontro tra i sindacati e l’associazione datoriale Assohandlers per giungere a un’intesa soddisfacente ma senza successo. Tra le richieste avanzate dai sindacati l’adeguamento dei salari in base all’inflazione ed ai parametri Istat, il riconoscimento e versamento in busta paga dell’intera indennità di vacanza contrattuale maturata da oltre sei anni, la rinuncia datoriale ad un ulteriore crescita dei carichi di lavoro o degli aumenti degli orari settimanali senza aumento di retribuzione, il ripristino del corretto calcolo delle maggiorazioni, effettuato sulla paga reale e il doveroso pagamento del lavaggio DPI ( Lavaggio delle mani e dispositivi di sicurezza individuali) a carico dei lavoratori che non può limitarsi a qualche decina di euro all’anno.