La sostenibilità fa notizia. “L’hai sentito? Hai visto? L’hai saputo” sono espressioni ricorrenti. Ma “lo hai capito?” dovremmo chiederci, anche tra noi giornalisti.
La notizia punta al rumore, alla paura, a scuotere la “sensazione” e cerca attenzione, spesso breve. E la moltiplicazione dei media non fa bene alla “società dell’informazione”: il rischio della confusione, dell’assuefazione è molto alto.
La cosa suona diversa per la comunicazione: serve uno stile e una responsabilità del comunicatore e la partecipazione e la consapevolezza del beneficiario… del cittadino. La comunicazione resta, il messaggio ritorna, il significato entra nella storia. La notizia passa, la foto ingiallisce presto e tutto finisce nel dimenticatoio. Siete d’accordo che la differenza tra informazione e comunicazione non è proprio sottile? Il pensiero corre a Sergio Zavoli che ha chiarito nella lunga stagione televisiva anche in bianco e nero, antecedente alla rivoluzione digitale, con l’esempio, come “comunicare” richieda connessione e partecipazione con il cittadino consapevole e non passivo di fronte alla notizia.
La sostenibilità fa notizia perchè è una parola inflazionata, oserei dire abusata, applicata a tanti contesti che alimenta un percorso emozionale. Notizia breve, un titolo sensazionale, provocatorio… ma poi l’approfondimento? La sostenibilità è la ricerca di un difficile e precario equilibrio tra esigenze diverse. Richiede competenze, curiosità e ascolto. Silenzio. Tempo. Analisi e intelligenza critica. Raccordo e verifica. Altrimenti è fuffa. Il buco dell’ozono si è chiuso, eppure il riscaldamento globale non inverte la rotta: abbiamo capito che non sono fenomeni correlati? Oramai gli scienziati convengono che l’uomo negli ultimi 70 anni, passando da 2.5 miliardi di abitanti a 8, abbia rotto gli schemi: perché dobbiamo ospitare teorie complottiste antiscientifiche. E poi diciamocela tutta: l’uomo che con le minacce globali del cambiamento climatico, anziché costruire intese per la Pace, si mette a fare la Guerra rappresenta davvero la cosa più insostenibile del nostro mondo.