L’Unione europea muove pesanti critiche nei confronti del commercio in Italia, definendolo scarso dal punto di vista concorrenziale. Non tarda ad arrivare la replica di Confcommercio che ribadisce come il parere della Commissione Ue sia condizionato dall’utilizzo dall’indicatore di restrittività (RRI), in uso dal 2018, che restituisce una fotografia distorta del commercio in Italia, basata sull’analisi delle regolamentazioni regionali più restrittive.
“Ue modifichi la struttura dell’indicatore”
Carlo Massoletti, componente di Giunta Confcommercio responsabile del coordinamento delle Politiche europee, nel corso dell’audizione sul ddl concorrenza 2022 tenutasi lo scorso 19 settembre alla Commissione Industria del Senato, riporta il gradimento di Confcommercio nei confronti del ddl per il mercato e la concorrenza 2022, il quale tra l’altro, fornisce alla Commissione elementi utili per “modificare la struttura dell’indicatore raccogliendo, oltre ai dati su procedimenti e operatività delle imprese, anche le evidenze sullo stato effettivo del funzionamento del mercato nei diversi Stati membri”.
Concessioni su aree pubbliche
Accolta con favore anche la disposizione di cui all’articolo 5 del disegno di legge, in materia di assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche, che va a chiudere una lunga vicenda che si trascina – fra proroghe e rinvii, interventi normativi parziali e sentenze amministrative – dal 2010 condividendo, in particolare, l’enunciazione dei principi di professionalità ed esperienza nonché la valorizzazione delle caratteristiche della microimpresa, criteri basilari per l’assegnazione delle concessioni.
Valorizzare coinvolgimento di imprese consumatori
In tema di politiche energetiche, la Confederazione condivide “la semplificazione dell’iter procedimentale per facilitare e rendere più tempestiva l’adozione del Piano di sviluppo della rete elettrica”, così come “le disposizioni che favoriscono la diffusione dei contatori intelligenti di seconda generazione.” Prosegue Confcommercio: “il coinvolgimento di imprese e consumatori necessita, tuttavia, di essere ulteriormente valorizzato e potenziato ma, soprattutto, occorre fare di più per garantire alle imprese maggior concorrenza nell’offerta di energia elettrica e gas naturale”. Serve quindi “una riforma strutturale del sistema energetico, da realizzare innanzitutto attraverso la revisione del funzionamento del mercato elettrico europeo”.
Incentivare autoconsumo
In conclusione, Confcommercio parla del fronte interno ,specificando che “occorre incentivare l’autoconsumo, sia in forma individuale che aggregata, e avviare una politica energetica lungimirante, che investa nella diversificazione delle fonti energetiche, nel potenziamento delle infrastrutture, nella costruzione di nuova capacità di rigassificazione e nel rafforzamento di quella esistente”