mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Cgia: chi lavora da solo paga il caro bolletta due volte

I più a rischio povertà energetica sono gli autonomi e gli artigiani. Che tra l’altro pagano doppio il caro bolletta: a casa e in bottega. Sono al Sud. Lo sono ancora di più se perdono il lavoro e quando vanno in pensione. Stiamo parlando di 2,2 milioni di famiglie, ovvero oltre 5 milioni di persone, bambini compresi, che vivono in abitazioni poco salubri; scarsamente riscaldate d’inverno e poco raffrescate d’estate, con illuminazione scadente e pochi elettrodomestici “bianchi”.  A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, dove il 16,7 per cento delle famiglie, composte da 304.675 individui, si trova in condizioni serie di povertà energetica. Seguono la Puglia (16,4 per cento), il Molise (16 per cento), la Basilicata (15 per cento) e la Sicilia (14,6 per cento). Le regioni, invece, meno interessate da questo fenomeno sono la Lombardia (5,3 per cento delle famiglie totali), la Liguria (4,8 per cento) e, in particolar modo, le Marche (4,6 per cento). Il dato medio nazionale è pari all’8,5 per cento ed è in crescita dello 0,5 per cento rispetto al 2020.

Più poveri chi usa il gas
Sono una sintesi dei dati del Rapporto Oipe (Osservatorio italiano povertà energetica) fatta dalla Cgia di Mestre che commenta: “se non verranno prorogati gli aiuti messi in campo dal governo Meloni con la legge di bilancio 2023, dal prossimo mese di ottobre avremo un deciso aumento delle bollette e a pagarne il conto saranno soprattutto le famiglie dei lavoratori autonomi.” Sì perché i numeri dicono che le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trovano in povertà energetica sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato e lavoratore autonomo e tra questi i messi peggio sono coloro che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna, kerosene, etc.), presentano valori percentuali di rischio più contenuti. Gas che nel 2019 costava pari a 16 euro/MWh, ad agosto di quest’anno ha toccato i 34 euro/MWh (+112 per cento). L’energia elettrica, invece, nel 2019 costava mediamente poco più di 52 euro/MWh, il mese scorso ha raggiunto i 112 euro/MWh (+115 per cento). Costi che sono appena tornati a scendere e sono a livello dell’estate 2021. Costi che, tra l’altro, gli autonomi, i commercianti e gli artigiani, “che nel 70% dei casi lavorano da soli”, pagano due volte: nella bolletta di casa e in quella dei negozi e dei laboratori. Nel 2022, ricorda la Cgia, le famiglie con un reddito principale da lavoro autonomo presentavano un rischio povertà pari al 19,9 per cento del totale, contro il 17,2 per cento delle famiglie con fonte di reddito principale da lavoro dipendente. Prorogare bonus energetici
Il messaggio al Governo è chiaro: “i bonus energia vanno prorogati, almeno sino alla fine del prossimo inverno” per dare un sostegno a chi ancora adesso si trova in una condizione di difficoltà economica. Purtroppo, le previsioni non sono per nulla rassicuranti, segnalano da Mestre, e a partire dal prossimo mese di ottobre le bollette potrebbero subire un aumento oscillante tra il 7 e il 10 per cento. I bonus riguardano l’Iva ridotta al 5 per cento sulle somministrazioni di gas metano per usi civili e industriali (l’aliquota ordinaria è al 10 per cento). L’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette del gas (gli oneri di sistema sulle bollette dell’energia elettrica sono invece stati reintrodotti dal 1° aprile 2023). E ancora il potenziamento dei bonus luce e gas per le famiglie in condizioni di disagio economico e fisico: l’assegno ordinario continuerà ad essere affiancato da un bonus straordinario che aumenterà l’importo dello sconto. Gli artigiani vorrebbero anche i crediti d’imposta al 40 e al 45 per cento per le aziende che avevano registrato incrementi di prezzo in bolletta superiori al 30 per cento rispetto al 2019; bonus che è stato stoppato nel giugno scorso.

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