lunedì, 18 Novembre, 2024
Lavoro

Sicurezza sul lavoro, si cambia

Con i dieci punti che seguono, il Senato, all’unanimità, con una straordinaria mozione approvata il 13 settembre scorso, ha chiesto precisi e decisi impegni il Governo in materia di salute e sicurezza sul lavoro:

1) a favorire il potenziamento degli organici e delle professionalità degli enti preposti ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro;

2) a valutare l’opportunità di inserire il settore della manutenzione ferroviaria nella categoria dei lavori usuranti di cui al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67;

3) ad introdurre disposizioni di carattere premiale in favore delle imprese che assicurino ulteriori e più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e a rafforzare le misure sanzionatorie per le imprese che si rendono responsabili di violazioni in tema di sicurezza;

4) a procedere alla celere implementazione del fascicolo elettronico di ogni singolo lavoratore per la sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché a prevedere percorsi formativi premiali in punto di sicurezza del lavoro, tarati sulle caratteristiche peculiari dei singoli lavoratori;

5) ad individuare, per quanto concerne le condizioni di fragilità che aumentano il rischio infortunistico e la morbilità professionale, le best practice in materia di sicurezza del lavoro, con particolare riguardo ai principi di differenziazione ed adeguatezza rispetto alla dimensione aziendale e al tipo di attività produttiva;

6) a favorire l’avvio di un’attività conoscitiva sulla transizione digitale e sulle nuove tecnologie e il loro potenziale utilizzo ai fini di prevenzione generale e speciale degli infortuni sul lavoro;

7) ad individuare nuove tecniche di monitoraggio e aggiornamento, in sinergia con l’INAIL, sui dati di rilievo per gli infortuni sui luoghi di lavoro, con l’obiettivo di raggiungere un rafforzamento delle tecniche e degli istituti di prevenzione e migliorare l’adeguatezza degli interventi correttivi rispetto alla tipologia di infortunio;

8) a valutare l’opportunità di favorire l’interoperabilità e la piena condivisione, tra l’Ispettorato nazionale del lavoro e l’INAIL, delle banche dati rilevanti ai fini delle attività di controllo, nel rispetto della disciplina relativa alla protezione dei dati personali;

9) ad effettuare una valutazione analitica della possibile relazione causale tra gli istituti del decentramento produttivo, tra cui la subfornitura, il subappalto, e il distacco, da una parte, e l’eventuale abbassamento della soglia delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, dall’altra;

10) a promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro in riferimento ad ogni livello di istruzione e formazione, prevedendo altresì il coinvolgimento, con apposite attività formative, delle classi docenti e l’eventuale l’introduzione di un insegnamento ad hoc.

Si è trattato indubbiamente di un evento molto significativo illustrato dal relatore senatore Celestino Magni, peraltro Presidente della Commissione Parlametare di Inchiesta sulle condizion di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

La mozione – come è stato sottolineato – parte dalla tragedia di Brandizzo e dai dati disponibili, che parlano di 559 morti nei primi sette mesi dell’anno (sono aumentati in questi giorni), di cui 430 sui luoghi di lavoro e 129 in itinere, con una media di 80 al mese (più o meno, tre morti al giorno). Quanto agli infortuni, tendenzialmente sono quasi uno ogni minuto. In tale contesto, abbiamo riscontrato all’inizio dell’anno corrente un dato preoccupante sul terreno dei giovani morti: 196 sinistri tra i venticinque e i trentanove anni di età e 22 tra i minori di vent’anni. Poi cercherò di spiegare perché crediamo che certi atti vadano fatti.

“La nostra mozione, ha precisato il senatore Magni, è impostata, da una parte, su quanto si chiede al Governo di fare e, dall’altra parte, si pone il problema di proporre al Parlamento l’obiettivo dell’azzeramento del numero delle morti sul lavoro, a partire dalla verifica di un terreno strategico nell’ambito della prevenzione. Pensiamo che, quando si piangono i morti, i fatti sono già successi e, quindi, dobbiamo lavorare molto sul prevenire gli incidenti. Il nostro spirito è lavorare sulla prevenzione, perché dopo difficilmente si ripara: alla morte non si ripara e neanche al dolore dei familiari.”

Nel corso del dibattito sono stati di particolare intensità ed alta sensibilità gli interventi delle senatrici Camusso, Minasi, Mancini, Ronzulli, Tajani, oltre che della Ministro del Lavoro Calderone.

Ognuno ha sottolineato di avviare assolutamente forti azioni di prevenzione nel mondo del lavoro

“Per quanto tale questione, che va di pari passo insieme alla formazione, ha detto il presidente Magni,oltre alla necessità di fare formazione alle lavoratrici e ai lavoratori (con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e via dicendo), come già chiesto in Commissione, chiediamo al Ministero dell’istruzione e del merito di discutere come possiamo far sì che nelle scuole la questione della sicurezza abbia un ruolo importante. Credo infatti che chi ha fatto lezione in qualche scuola, a partire dalle scuole professionali, sa benissimo che si discute poco di siffatti temi. Vorremmo, quindi, che in sostanza il problema della sicurezza avesse la priorità anche sul terreno dell’insegnamento.

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