domenica, 29 Settembre, 2024
Regioni

Imprenditori veneti preoccupati per la stretta creditizia

Il rialzo dei tassi da parte della Bce ha ha fatto crollare gli investimenti

Nel primo semestre del 2023 le condizioni di offerta sui prestiti alle imprese (spread, costi, garanzie) rilevate dall’Osservatorio Tassi e Monitor del Credito di Confindustria Veneto Est, hanno registrato un progressivo irrigidimento (per il 79,1% delle aziende), che si aggiunge a tassi quadruplicati in un anno (5,03% in media sui nuovi finanziamenti ad agosto, 1,26% ad agosto 2022), con conseguente, drastica riduzione della domanda. “Un warning” che per CVE  “riflette una maggiore percezione del rischio e una minore tolleranza verso di esso, connessa alla forte incertezza del quadro macroeconomico.” Una “stretta che trova conferma nei dati sui prestiti”: a fine giugno 2023 lo stock del credito alle imprese in Veneto è diminuito su base annua di 3.913 milioni di euro (-5,3%), in modo più marcato per le piccole imprese (con meno di 20 addetti, -9,5%). La qualità degli impieghi è ancora elevata, con crediti deteriorati sotto controllo. “La stretta monetaria si è trasmessa, tramite il canale del credito bancario, all’economia reale con rischi al ribasso per la crescita e gli investimenti.”

Effetti del rialzo dei tassi

“Unire gli sforzi per evitare i rischi di contrazione creditizia e la spinta restrittiva su investimenti e consumi e quindi una frenata eccessiva dell’economia, e per sostenere i piani di crescita delle imprese alla luce dell’ennesimo rialzo dei tassi Bce (il decimo consecutivo) e del suo impatto sul costo dei prestiti alle imprese.” È l’appello rivolto da Confindustria Veneto Est al sistema bancario attraverso il presidente Leopoldo Destro che ha riunito i rappresentanti degli Istituti di credito nazionali (BNL, Banco BPM, Crédit Agricole Italia, Intesa Sanpaolo, MPS, UniCredit) e delle banche di credito cooperativo regionali. Al centro del confronto, le politiche creditizie e le condizioni di accesso ai finanziamenti da parte delle banche nei prossimi mesi, alla luce della stretta monetaria della Bce.

Sospesi gli investimenti

“Siamo molto preoccupati”, ha spiegato Leopoldo Destro. “Il forte aumento dei tassi determinato dalle decisioni della BCE crea tensioni finanziarie alle imprese e rappresenta un grosso freno ai nuovi investimenti, proprio in un momento in cui costituiscono una leva centrale per portare avanti la transizione green e digitale e scongiurare il rischio stagnazione. Il costo del denaro per le aziende è arrivato al 6-7%. Non sorprende pertanto che, secondo il nostro Osservatorio, il 38,1% stia riducendo o abbia sospeso gli investimenti. Meno investimenti vuol dire meno crescita.” Altrettanto cruciale sarà l’azione del Governo a partire dalla Legge di Bilancio, dichiara Confindustria Veneto Est, che dovrà prevedere “misure di rilancio degli investimenti, potenziare in modo strutturale la riduzione del cuneo fiscale a beneficio di produttività e salari, intervenire sul regolamento di accesso al Fondo di garanzia, lo strumento principale di supporto al credito in Italia, rendendo strutturale la soglia massima di garanzia ad almeno 5 milioni ed estendendo l’utilizzo alle Mid-Cap”. Secondo gli imprenditori veneti “l’aumento dei tassi, ai massimi storici” porta a “uno scenario di credito più caro e inflazione alta” e questo “frena la domanda e deve costituire un campanello d’allarme per tutti.”

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